venerdì 28 dicembre 2012
Lettera ai giornali:Il Papa, la famiglia, i gay
Egregio direttore,
saluto con vero piacere le puntualizzazioni del santo Padre riguardo il concetto di famiglia: finalmente la nebbia dietro la quale moltissimi laici e religiosi hanno prosperato,si e' sollevata.
In realta' non sarebbe stato necessario un intervento diretto di J. Ratzinger, sarebbe stato sufficiente leggere le scritture o seguire il buonsenso ( e non l' ideologia ).
Il santo Padre e' stato " obbligato " a dire quello che ha detto in quanto, sempre di piu', si cerca di presentare l' ideologia gay come un valore e a nascondere cosa sono in realta' il matrimonio gay e l'adozione a quelle coppie: esse sono un abominio.
Parole non solo mie ma della bibbia, e della retta ragione.
Si sproloquia della " violenza" delle parole di Ratzinger. Vera violenza e', in realta' dare in adozione a due uomini o due donne un bambino, con l' immaginabile e provata sofferenza che ne deriva
( Brad Pitt : " non c'e' nulla di peggio che essere allevati da due uomini " ), solo per soddisfare l' egoismo di alcuni adulti, per i quali un bambino e' un diritto e non un dono.
Violenza delle parole ? E come bisognerebbe chiamare ,allora, quella sistematicamente perpetrata negli asili Egalia, dove e' abolito ogni riferimento maschio/femmina, con le immaginabili devastazioni che ne derivano ? O c'e' qualcuno che conosce le cose orripilanti messe in atto dal fondatore dell' Indiana Institute for Sex Research, dove il suo fondatore, Alfred Kinsey, condusse esperimenti sessuali su centinaia di bambini con un' eta' compresa tra i cinque mesi e i quattordici anni " mentre questi cercavano di opporsi con grida, singhiozzi o grida piu' forti, affidati ( sic ) ad adulti, venivano manipolati ( immaginiamo come ), mentre K. e i suoi collaboratori osservavano e filmavano le loro reazioni. Alcuni bambini subirono questi trattamenti per 24 ore consecutive ( immaginiamo anche il beneficio ). Alcuni collaboratori risultano essere ancora pienamente collaboranti.
E che cos'e' questo ossessivo appellarsi all' "omofobia " non appena si dicono cose che non piacciono al mundo gay ? Non sara' mica un modo per cercare di tappare le bocche , o come dice Magdy Cristiano Allam, per tagliare le lingue ?
Chi cerca di fare questo, non si faccia illusioni: la verita' verra' comunque proclamata, legge sull' omofobia o no.
Per il bene della societa' e dei piu' deboli, che non hanno parola.
P.S.Per cortesia, non si venga a dire che anche nelle famiglie " normali " a volte i bambini hanno problemi. Vero.
Risposta : certo, ma una cosa e' una situazione che " marcisce " in corso d' opera, altra e' una situazione gia' marcia in partenza.
Sperando di non avere offeso nessuno ma cosciente che, quando si parla chiaro, e' cosa inevitabile.
Giulio Melloni
Centro culturale " Amici del Timone "
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