P. Paolo M. Siano
“Libero
pensiero” e “Gnosi” in una loggia
massonica di Ferrara
Parte 1
L’anno
scorso la loggia massonica “Giordano Bruno” di Ferrara (all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia – Palazzo
Giustiniani [GOI]) ha celebrato il suo quarantennale di fondazione
(1973-2013). Per il suo compleanno la loggia bruniana è uscita “allo scoperto”
organizzando alcuni convegni cittadini aperti al pubblico profano[1]. Tra i relatori troviamo
nomi di massoni illustri, come l’allora Gran Maestro del GOI, Gustavo Raffi, e
il direttore della rivista del GOI (Hiram),
l’orientalista Antonio Panaino. Da quanto appurato, le iniziative “exoteriche”
della loggia ferrarese si sono limitate agli aspetti exoterici (o esteriori)
della Massoneria (ovvero il suo ruolo nella società: Massoneria & Costituzione, Massoneria
& tolleranza religiosa...) e a ribadire la tesi massonica della presunta compatibilità tra Loggia e Chiesa.
Dinanzi
a tali iniziative “exoteriche”, ritengo invece più proficuo scandagliare gli
aspetti profondi, iniziatici ed esoterici del mondo
massonico (ritualità, simbolismo, pensiero, esoterismo). È lì il “cuore” o
“DNA” della Massoneria dal quale risulta evidentissima l’incompatibilità tra
Chiesa e Loggia. Sotto questo aspetto, la Loggia “Giordano Bruno” ha comunque reso
un ottimo servizio ai profani (cioè
ai non-massoni), mettendo a
disposizione sul suo website vari
articoli in cui si può percepire il “sentire”
iniziatico ed esoterico della e nella Massoneria.
Tra la Loggia
“Giordano Bruno” e il sottoscritto c’è stata in passato una piccola “schermaglia”.
In un precedente articolo ho infatti evidenziato come dal website “bruniano” si evincano: simpatia
per il Satana di Carducci e per Caino
il gran ribelle. Con garbo e delicatezza i massoni “bruniani” mi hanno benevolmente
rimproverato di essere “taxilliano” e di riesumare Leo Taxil ecc... [2] In
realtà, “taxillate” a parte, sono proprio loro, i massoni, a dimostrare che,
sotto sotto, Taxil aveva un pò ragione...
Non
voglio riprendere vecchie polemiche. Desidero soltanto esporre, con linearità
scientifica, alcuni testi (in gergo massonico: “tavole”) online di quella Loggia e offrire ai lettori alcuni elementi di
ulteriore approfondimento sulla “cultura” di ambienti iniziatici e/o esoterici del mondo massonico.
1. Simpatie (tra gnosi & razionalismo) verso il “Satana” di Giosué Carducci.
Nel
1863, ad appena un anno dalla sua iniziazione massonica, Giosué Carducci (che
nel 1888 giungerà al 33° ed ultimo grado del Rito Scozzese Antico e Accettato -
RSAA) scrive l’Inno a Satana che ritroviamo sul website della Loggia “Giordano Bruno”. La Loggia bruniana spiega che quell’inno non è sulfureo o demoniaco
perché, in fondo, il Satana carducciano non sarebbe altro che la riabilitazione
e l’esaltazione del dio sensuale Pan, delle forze della natura, della
religiosità naturale, ingiustamente
condannate dal cristianesimo dogmatico...[3]
Eppure le parole
hanno il loro senso e quell’inno carducciano si apre con versi di carattere,
inequivocabilmente, ontologico e gnostico. Infatti, Satana è definito principio immenso dell’essere, materia e spirito, ragione e senso
(sensi, sensualità)! Altro che simbolo razional-sensuale! Ecco i versi di apertura : «A te,
de l’essere / Principio immenso / Materia e spirito/ Ragione e senso; [...]».
E poco oltre: «A te disfrenasi / Il verso ardito, / Te invoco, o Satana, Re del
convito».
2. Simpatie gnostiche verso Caino, Lucifero e l’Eva ribelle
Sul website della “Giordano Bruno” vi sono
anche “tavole” del Capitolo (ossia,
la Loggia del 18° grado RSAA) ferrarese intitolato a “Felice Foresti”. Un certo A.·.Mu.·. (forse lo stesso «A:.Mu:.»,
che in qualche altra “tavola” si firma col suo grado massonico: «30.·.» o
«30°») scrive su L’Anima Ribelle della
Massoneria. Riporto un brano molto importante (neretto nostro):
«Nelle
formulazioni più antiche si imponeva ai fratelli liberi muratori di essere
sudditi fedeli e di buoni costumi, ma si afferma anche il principio che se un
fratello si fosse ribellato all’Ordine Costituito, per ragioni dettate dalla
sua buona coscienza, avrebbe dovuto astenersi dal frequentare la loggia, ma non
avrebbe mai perso la sua qualificazione di iniziato. Insomma anche la Massoneria più antica ed ortodossa non ripudiava fino
in fondo i propri fratelli più ribelli. Anche perché forse avrebbe significato
sconfessare anche il proprio atavico patrimonio genetico: i massoni, infatti, si ritengono
discendenti da un grande ribelle biblico, Caino, il primo fondatore di città; mentre un’altra corrente
di pensiero interna alla massoneria fa risalire il proprio percorso sapienziale
addirittura alla propria Grande Madre Eva, il primo essere, donna, a venire iniziato
alla Conoscenza tramite la sua trasgressione: la prima ribellione del genere
umano»[4].
In un’altra “tavola”, A:.Mu:.
rimprovera al Cristianesimo di aver rifiutato il «Femminino»:
«La Chiesa Cattolica
continua a proporre come modello di santità un figlio celibe ed una vergine
madre [ndr: A:.Mu:. si riferisce a Cristo
e a Maria, di cui, in pratica, nega la verginità]. In duemila anni questo
ha significato la sistematica svalutazione della relazione coniugale e carnale
fra due persone. La perdita del Femminino ha così avuto un impatto disastroso e
destabilizzante nella nostra cultura»[5].
A:.Mu:. è
convinto che il Femminino (o Femminile) è
in Dio... Inoltre, A:.Mu:. nega il celibato (e la verginità) di Gesù... A:.Mu:.
fa capire che in Massoneria trovano rifugio le idee gnostiche... A:.Mu:. si
sforza di “riabilitare” il termine “Lucifero”
citando Eliphas Levi (ex suddiacono cattolico, poi socialista, massone,
occultista):
«Scriveva però Eliphas Levi: “Nulla è
più assurdo dell’attribuzione del nome di Lucifero al Diavolo. Il Lucifero
intellettuale è lo spirito dell’intelligenza e dell’amore; è il paracleto, è lo
Spirito Santo, mentre il Lucifero fisico è il grande agente del magnetismo
universale”. Lucifero è la Stella del Mattino, che appare come la più
luminosa sia al tramonto che all’alba (morte e resurrezione). Il nome di Satana
come sinonimo di Lucifero fa parte dunque della solita disinformazione
clericale»[6].
In una
“tavola” per la rubrica Esoterismo, il
massone A.S. pone in relazione il simbolismo dello specchio con i primi due
gradi massonici di Apprendista e Compagno. A.S. accenna addirittura allo
specchio di Biancaneve, lasciandosi sfuggire inequivocabili “simpatie” per
«Lucifero», il Serpente che indusse Eva a
prendere il frutto della Conoscenza del Bene e del Male (neretto nostro):
«Questo specchio invia alla Regina Nera
la sua immagine speculare, Biancaneve, una Regina Bianca con cui non accetta di
condividere il potere: è chiara l’opposizione fra plenilunio e novilunio. La vera luce è nel novilunio. Ma chi è che
annuncia la luce? E’ la stella di Lucifero, colui che sotto le sembianze di un
serpente indica a Eva la mela da cogliere. E come nella fiaba appare una
mela stregata. L’antesignana di tutte le mele stregate è la mela di Eva, che come sappiamo dona la conoscenza del Bene e del
Male ma anche il sonno e la separazione dall’intelletto senza speculazione,
la separazione dell’anima dall’Uno. Ora il cerchio sì chiude con Lucifero portatore di Luce ma anche di Ego,
lo specchio portatore di verità, e la mela portatrice di sonno e di
parzialità»[7].
[4] A:.Mu:., L’Anima Ribelle della Massoneria, 28-01-2013, in http://www.loggiagiordanobruno.com/tavole-del-capitolo-rsaa-felice-foresti-di-ferrara/lanima-ribelle-della-massoneria,
neretto nostro.
[5] A:.Mu:., La profezia dell’esagramma, 13-5-2011, in http://www.loggiagiordanobruno.com/20110513-la-profezia-dell%E2%80%99esagramma.html
[6] Ibidem.
[7] A:. S:., La metafora dello specchio, 17-3-2014,
in http://www.loggiagiordanobruno.com/20140318-la-metafora-dello-specchio.html
Nessun commento:
Posta un commento