La maggiore testata giornalistica online di Ferrara, Estense.com, ha inviato un proprio giornalista per seguire la conferenza di Giampaolo Barra e ha recensito con un lungo articolo, anche se con un titolo leggermente tendenzioso, il grande evento di Venerdì 9 con la il Vescovo Negri e la conferenza del direttore del Timone Gianpaolo Barra.
Siamo grati e orgogliosi dell'attenzione che ci è stata dedicata. Ovviamente, data l'importanza del giornale, non è mancata l'esplosione di commenti e anche qualche insulto, pur se dobbiamo dire che il giornale presta una certa attenzione a che il forum si mantenga su livelli civili.
Inaspettatamente, complice forse la imminente tornata elettorale, è poi discesa in campo addirittura SEL, per bocca ddi Massimiliano DE GIOVANNI con questo articolo
In risposta all'esponente di SEL - Ferrara, ecco cosa dice il nostro Marco Paolo S.:
Sig. Massimiliano DE GIOVANNI,
se le premesse del suo futuro impegno politico, se eletto, sono coerenti a quella centrifuga di luoghi comuni anticlericali di cui sopra esposta non credo si possa edificare una società ferrarese, come dice Lei, meno intollerante, meno fascista, meno discriminatoria e meno bulla. La superficialità delle considerazioni di natura sociologica e di ius civile con cui dispiega le sue pretestuose banalità di progresso civile è a tratti irreverente nei confronti della complessità “non lineare” con cui si evolve una società. Ad ogni modo mi piace risponderle con delle riflessioni di rispettabili intellettuali della sinistra italiana. Ad esempio Giuseppe Vacca, storico togliattano del PCI, riconosce con grande onestà intellettuale il valore sociale e pubblico della predicazione cristiana evidenziando che oggi è necessaria una vera rivoluzione culturale. La deriva radicale che ha permeato tanta parte anche della cultura di sinistra è originata dalla torsione nichilistica dei processi di secolarizzazione degli ultimi decenni e dall’inadeguatezza delle idee di libertà con cui la cultura riformista ha pensato di potervi reagire. Mario Tronti, invece, uno dei maggiori filosofi marxisti italiani, senza mezzi termini afferma che “anziché accontentarsi dei luoghi comuni, le culture della sinistra dovrebbero accettare il confronto sul terreno dei ‘principi irrinunciabili’. Qualsiasi esperimento di trasformazione della realtà non può prescindere dall’elemento spirituale presente in ogni essere umano”. Il cambiamento di costumi, caro De Giovanni, è avvenuto “in modo solo istintivo, secondo i dettami delle culture radicaloidi e falsamente libertarie, per cui non esiste altro diritto che non sia il diritto dell’individuo. La sinistra non è stata capace di contrastare questa deriva”. Continua Vacca che “è la Costituzione a definire cosa sia la famiglia, riconoscendole la finalità prioritaria della generazione. L’amore, l’affetto, la solidarietà sono importanti, ma quello che definisce la famiglia è la generazione e il diritto dei nati ad essere generati da un padre e una madre”. Mentre il Pd e la Sinistra continuano ad essere invece totalmente subalterni al radicalismo, come Lei mi sembra di comprendere. Qui nessuno mette in discussione la dignità e il valore delle persone omosessuali, che devono essere riconosciute come ricchezza e risorsa di ogni società, non in quanto omosessuali ma in quanto persone! Ma occorre prestare attenzione quando si pretende ad ogni costo il riconoscimento di un istituto giuridico identico a quello del matrimonio tra un uomo e una donna . E’ quello che hanno fatto i nostri padri costituenti, ma qui non entro nel merito per ovvi motivi di evidenza storica. E non mi si venga a dire che queste posizioni sono omofobe perché Lei non può permettersi assolutamente di giudicare ed etichettare i cuori e le menti delle persone con quei toni tanto apodittici quanto violenti. In egual misura nei confronti di un istituzione bimillenaria come la chiesa cattolica, dalla quale tutto l’occidente deve ritenersi in debito in termini di progresso sociale e civile. Esulando da un approccio epistemologico alla tematica dell’omosessualità, Lei non può parimenti pretendere di parlare a nome di tutti gli omosessuali, parte dei quali, anche per conoscenza diretta, respingono clamorosamente la sostanza e la forma del suo “Rinascimento del gender”. Detto questo, e compreso che la crisi che stiamo vivendo è prima di tutto di natura antropologica, si può, poi, instaurare una proficua dinamica dialogica per il bene comune. Ad maiora per la sua corsa al Consiglio comunale di Ferrara.
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