La Germania ha approvato una legge con cui autorizza a dare un nome e una sepoltura ufficiale ai bambini nati morti.
L’intervento legislativo è
molto importante per una serie di implicazioni, che attendono un adeguato
sviluppo culturale e normativo:
1. riconosce che l’esistenza umana non ha inizio con la
nascita, bensì prima della nascita.
Infatti, solo chi esiste può avere nome e sepoltura; chi non esiste non
può ricevere alcun nome, e chi non è mai esistito non può ricevere sepoltura;
2. riconoscendo agli individui, concepiti e non ancora
nati, una propria ‘esistenza’, la legge dice in maniera chiara che il nascituro
non può essere considerato parte della madre (portio mulieris). Al contrario, dice che egli è ‘altro’ ― un essere
umano dotato di una propria individualità ― rispetto a quel corpo che lo
custodirà per circa nove mesi;
3. riconoscendo ai concepiti una propria ‘esistenza’,
la legge implicitamente pone le basi per un discorso di protezione e
salvaguardia contro ogni comportamento che si proponga di portare loro offesa e
danno;
4. riconoscendo ai concepiti una propria ‘esistenza’, la
legge si pone in linea con il Magistero della Chiesa, la quale insegna che
l’origine della persona umana si ha nell’istante stesso del concepimento. Pensiamo soltanto all’Evangelium Vitae,
laddove si parla di “essere umano nella fase iniziale della sua
esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita” (n. 58), e ancora laddove
si legge che “l'essere umano va rispettato e trattato come una persona fin dal
suo concepimento” (n. 60);
Amici del Timone Ferrara
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