Il
Grillo parlante: voce della coscienza o Prometeo liberato.
Prima
dell’ultima tornata elettorale per il cattolico che si conforma alla dottrina della Chiesa il pericolo da
evitare arrivava principalmente da “sinistra”: la politica sociale tutta tesa
ad una “insana rivoluzione antropologica” minava alle fondamenta la dottrina
sociale del magistero pontificio che da duemila anni costituisce la radice
identitaria dell’Italia e dell’Europa intera. Non è che la lista civica di
Monti con il suo <> in termini di temi eticamente
sensibili rappresentasse il baluardo della probità morale ma quantomeno non
aveva partorito una tanto mostruosa quanto manifesta “carta d’intenti” come
quella PD-SEL. Poi ecco le elezioni del 24 e 25 febbraio ultimo scorso. La
debacle di Bersani e i suoi compagni potrebbe generare facili ed illusorie
euforie se non si cerca di comprendere cosa si cela dietro il Movimento 5
Stelle di Beppe Grillo, l’unico vincitore di queste elezioni. In questa sede
non si vogliono fare valutazioni di merito sulla parte programmatica del
movimento di Grillo
(http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf
) che ad una prima analisi sicuramente soddisfa la fame di giustizia del
cittadino medio ma nel contempo disarma per la puerile semplificazione che
sottintende alla base delle sue “misure palingenetiche”. Ad ogni modo partiamo
con una certezza: alla pari dell’asse PD-SEL anche il M5S, tanto per
intenderci, non si allinea alle indicazioni della “Nota dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede” del
24 novembre 2002 che dopo aver spiegato i princìpi a cui devono tenere i
cattolici in politica, afferma così: «…La coscienza cristiana ben formata non
permette a nessuno di favorire con il proprio voto l’attuazione di un programma
politico o di una singola legge in cui i contenuti fondamentali della fede e
della morale siano sovvertiti dalla presentazione di proposte alternative o
contrarie a tali contenuti». E ancora: «Vivere ed agire politicamente in
conformità alla propria coscienza non è un succube adagiarsi su posizioni
estranee all’impegno politico o su una forma di confessionalismo, ma
l’espressione con cui i cristiani offrono il loro coerente apporto perché
attraverso la politica si instauri un ordinamento sociale più giusto e coerente
con la dignità della persona umana». Già in molte occasioni Grillo si è
schierato in favore dei matrimoni omosessuali e comunque il movimento è
polarizzato nel relegare nel riserbo della propria coscienza i principi non negoziabili:
non a caso quest’ultimi non sono stati inseriti nei punti prioritari del
programma politico. Basta poco per accorgersi che la sensibilità non è
certamente quella cattolica che impone, invece, come un dovere la promozione
attiva della dottrina sociale della chiesa.
Il
futuro sicuramente farà calare la maschera a questa macchina di consenso
trasversale che sembra coniugare insieme onestà ed efficienza, fiducia ed
anticasta, freschezza e novità Ma entriamo nel vivo dell’analisi: i grillini
possono essere davvero un’opportunità per la risoluzione dei problemi del
paese? Come si suole dire “ai posteri l’ardua sentenza”. Ad ogni modo nel
nostro piccolo qualche riflessione possiamo svilupparla.
Il
noto sociologo Massimo Introvigne ha definito il Movimento di Grillo e
Gianroberto Casaleggio un “nuovo movimento magico” facendo riferimento più al “maître
à penser” che non al “frontman politico”, aprendo così uno scenario di “dinamiche
esoteriche". Eppure si parla di un movimento politico e non di una
confraternita mistica: come mai allora questa similitudine? Per Introvigne, ancora
prima dei comportamenti sociali interni ed esterni al movimento (regole,
fedeltà, espulsioni) contano i contenuti: "Alla base del pensiero di Casaleggio, lo si capisce dai suoi video e
dai suoi scritti, c'è un pensiero di natura esoterica, non nuovo, anzi con
radici che affondano in certe società segrete o in certe élite massoniche o
gnostiche dell'Ottocento, contaminate successivamente dal culto della tecnocrazia
o della scienza: l'idea dei nuovi sapienti-tecnocrati che devono sostituire i
politici. L’esoterismo è l'idea di un mondo in cui la vera conoscenza, o la
linea politica, è un patrimonio di pochi, di un capo carismatico. Gli altri
devono solo adeguarsi, e guai a tutto ciò che li contamina. Poi, il contenuto
concreto può variare: dalle antiche sofìe si è passati all'idea della Scienza,
per Hitler fu la scienza della razza. Ma anche per Marx, in fondo, l'economia
ha la stessa funzione salvifica. Per Grillo ora la chiave di tutto è Internet,
la rete, la scelta diretta. La
differenza è che quei gruppi erano élite ristrette, poi il '900 ha visto la
formazione di movimenti esoterici di massa, in cui il “sapere” è sminuzzato: il
pensiero di Casaleggio è un esoterismo da fascicoli a dispense, perde in
profondità ma acquista in numero". Introvigne sottolinea che il
“fenomeno Grillo” non è una novità: una novità è lo strumento di propaganda,
ovvero internet. "Non è il primo a
usare in politica questo schema: c'è un Pensiero Migliore che deve essere
diffuso capillarmente, ma deve restare controllato per rimanere puro".
Un meccanismo che lo studioso definisce potenzialmente totalitario: "Il contenuto è tecnocratico: c'è qualcuno
che sarebbe migliore, in grado di far andare bene il mondo, e questo qualcuno
deve arrivare al potere". Esiste un altro aspetto, ancora più
radicale, che assimila il movimento di Grillo ad una setta: "… è inerente una critica radicale alla
democrazia. Per tutti i movimenti di quel tipo, la democrazia è un sistema
corrotto che dà il potere o ai più ricchi o ai farabutti: è esattamente il
pensiero di Grillo. Perciò è meglio che il potere lo abbiano pochi 'illuminati'".
C’è un ulteriore punto focale: "Gli
illuminati possono, al limite, vincere le elezioni (Grillo le ha vinte). Ma
poiché la democrazia è un residuo della storia, il movimento dovrà mantenere
una struttura di controllo autonoma anche sull'operato dei politici".
E' esattamente quello che succede in M5S e il caso Giovanni Favia, consigliere
regionale dell'Emilia Romagna protagonista di aspre polemiche sulla democrazia
interna del movimento, docet. A tale proposito Introvigne aggiunge: "E' in questo senso che si può parlare di
setta. Ma attenzione, anche Marx o Hitler erano d'accordo che servisse un
partito guida. E' un meccanismo di tutti i totalitarismi. Deriva dalla
disistima della politica: servono gli 'iniziati' che controllino la democrazia".
Una nevrosi totalitaria che si traduce in un’ossessione per chi
"tradisce" e si muove fuori dalla regole imposte. Per Introvigne
"è un meccanismo che si vede più
comunemente nei gruppi religiosi di tipo gnostico, cioè quelli basati su una
verità iniziatica da non contaminare: il gruppo deve essere fedele a quella,
senza deviazioni. L'importante è preservare la propria diversità, che però non
è di tutti gli adepti, ma solo del capo, o dei capi". In relazione
allo strumento di internet Introvigne aggiunge: "I movimenti non nascono mai in rete. Internet è un moltiplicatore. Può
invece agire per trasformazione. Faccio un esempio, senza ovviamente nessun
paragone valutativo: al Qaida si è trasformata molto da quando è divenuta una
rete internettiana diffusa, pluricefala. Più che altro, è particolare il
rapporto che Grillo e Casaleggio, e i loro seguaci, hanno con la rete.
Stabiliscono un rapporto di tipo mistico. C'è una grossa differenza tra come
l'ha usata Obama o la usa Renzi: per loro è solo uno strumento migliore per
fare una politica tradizionale. Per Grillo la rete tende a essere il messaggio.
La rete è anche il contenuto". Una sorta di panteismo cibernetico.
Sintetizzando l’Introvigne pensiero su Grillo e facendo riferimento anche al
Prof. Monti, potremmo apostrofarli il Sinarca e l’Esoterista: tutto lascia
intendere che Monti e Grillo siano due facce della stessa
medaglia, entrambi strumenti degli stessi poteri forti con i quali si vuole
contemporaneamente controllare il consenso ed il dissenso, e porlo al di fuori
degli schemi politologici tradizionali.
Amici del Timone Ferrara
Nessun commento:
Posta un commento