martedì 27 gennaio 2015

La Croce, Il Foglio, il Gender e Voglio La Mamma: Intervista esclusiva al referente del Circolo Voglio la Mamma di Ferrara

E così finalmente abbiamo conosciuto Andrea Tosini, referente del Circolo 'Voglio la Mamma' di Ferrara.
La nascita di un circolo che rappresenta una delle novità più interessanti per la nostra città e dintorni non poteva che suscitare apprezzamento e desiderio di incontrarne i protagonisti.



A Ferrara è dunque attivo un circolo Voglio La Mamma. Quando è nato precisamente?

Il 18 maggio 2014, una domenica, durante la tappa ferrarese del tour di Mario Adinolfi. All'epoca il
tour di Voglio la Mamma era appena partito e tutti gli eventi avevano una dimensione, per così dire,
'familiare'. Da allora, però, l'interesse nei confronti del libro è cresciuto sempre di più e oggi Voglio
la Mamma è una realtà in continua espansione su tutto il territorio nazionale.

Quali scopi si prefigge e attraverso quali strumenti?

La nostra azione si svolge sul piano culturale. Vogliamo essere costantemente vigili contro i falsi
miti di progresso. Vogliamo difendere la vita umana dalle minacce di una mentalità, sempre più
diffusa, che considera le persone come cose, inoltre saremo al fianco delle mamme e dei papà
giustamente preoccupati per l'ideologia del gender che sempre più spesso trova spazio nelle scuole
frequentate dai loro figli.
Sbaglia però chi pensa che il nostro obiettivo sia solo quello di giocare in difesa. Vogliamo infatti
raccontare la bellezza e il coraggio del fare famiglia e del prendersi cura della vita umana,
specialmente nei momenti più critici e delicati. Non vogliamo essere una semplice realtà 'di
denuncia', vogliamo sentirci popolo. Su questo punto Adinolfi è stato molto chiaro durante il suo
tour 2014, e ha più volte ripetuto che “i nostri avversari sono club, noi invece siamo popolo”. È qui
che sta la nostra forza.


Mario Adinolfi alla presentazione di Voglio La Mamma a Ferrara nel Maggio scorso. La foto è presa dal profilo facebook del Circolo Voglio La Mamma di Ferrara

Avete eventi in programma a breve?

Animare il dibattito sui temi fondamentali – nascere, amare e morire - è il nostro obiettivo primario.
Lo faremo anche tramite presentazioni di libri e incontri pubblici. Il primo appuntamento è in
programma per il mese di marzo, quando Mario Adinolfi tornerà a Ferrara per una tappa del suo nuovo tour.

Qual è il vostro pubblico di riferimento?

Se i temi fondamentali sono nascere, amare e morire è evidente che si tratta di realtà che toccano la
vita di tutte le persone, nessuna esclusa. Il nostro popolo è costituito da tutti coloro che hanno a
cuore la difesa della vita e della dignità umana e della famiglia naturale.
L'uscita del quotidiano La Croce è un evento importante. A molti sembra un gesto spericolato.
C'è ottimismo sulla riuscita dell'impresa?
È senza dubbio una scelta molto coraggiosa, viste le condizioni dell'attuale panorama editoriale
italiano. I primi riscontri dalle edicole del Paese sono però molto incoraggianti. È un giornale
schietto, diretto e 'scomodo', a cominciare dal nome. Non esistono al momento in Italia dei giornali
paragonabili per contenuti e per impostazione. La Croce è un'esperienza da vivere e da valorizzare,
ed è molto bello vedere che tanta gente comune vi prende convintamente parte.

Adinolfi viene accusato di essere troppo filo cattolico. Addirittura Il Giornale lo ha definito
ultra-cattolico. Vi riconoscete in una definizione di questo tipo?

Affibbiare etichette simili, per le quali ci si guarda bene dal precisarne il significato, sembra essere
diventato uno sport nazionale in certe redazioni. La Croce è un giornale di cristiani – lo ha detto
Adinolfi nell'editoriale del primo numero – ma, ripeto, i temi trattati riguardano proprio tutti, a prescindere dalla fede religiosa.

Secondo qualcuno, ruberà qualche lettore al quotidiano Il Foglio, che su alcune battaglie
dava garanzie al lettore attento ai temi della famiglia e della vita. Adinolfi parte però da una
posizione politico culturale di riferimento alquanto diversa da quella del Foglio, non trovi?

Sì, ed è proprio questo il vero valore aggiunto. È la dimostrazione che se ci si pone umilmente e
coraggiosamente di fronte alle questioni fondamentali della vita le posizioni politiche e culturali
passano in secondo piano.

Potrebbe esserci secondo te effettivamente una concorrenza sul target lettori dovuta al fatto
che La Croce sembra un quotidiano semplice e comprensibile a tutti senza le finezze a volte
fin troppo ricercate del quotidiano di Giuliano Ferrara?

Gli stili dei due giornali sono molto diversi, così come diversa è la loro storia. Ma non è il caso di
fare dei confronti: La Croce vuole arrivare a tutti e raccontare, attraverso testimonianze reali, quali
sono i falsi miti di progresso e come essi ci riguardino direttamente, nel quotidiano.
Pensi che nella nostra città ci siano spazi di dialogo sui temi della famiglia con le istituzioni?
Gli spazi di dialogo si dovranno per forza di cose trovare, sono le sfide attuali che lo impongono.
Naturalmente la nostra azione si farà sentire anche su questo versante.

Adinolfi sembra un tipo molto battagliero anche perché su questi temi abbiamo visto che è
difficile avere un tono dialogante dati i pregiudizi ormai radicati nei più. Anche il vostro
circolo assumerà un atteggiamento combattivo?

Assolutamente. Saremo pacati e rispettosi ma altrettanto decisi e diretti nel parlare della realtà delle
cose. La verità va comunicata nel modo giusto, ma non si può parafrasare.

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