Mercoledì prossimo, 25 novembre, alle ore 21 presso il Cinema Santo Spirito verrà presentato l'ultimo libro di mons. Luigi Negri "Il cammino della Chiesa". Sarà presente l'Arcivescovo stesso.
domenica 22 novembre 2015
lunedì 9 novembre 2015
Una risposta agli scoop di Corriere e Rai contro Padre Manelli
Con i clamorosi servizi - inchiesta del Corriere della Sera e di RAI 1 su presunte vessazioni subite dalle Suore Francescane dell'Immacolata ai tempi di Padre Stefano Manelli, l'attacco nei confronti del fondatore dell'ordine ha assunto dimensioni tanto pubbliche quanto distorte dalla realtà dei fatti che per la loro grossolanità e pericolosità forse non tutti potevano immaginarsi come evoluzione di questa triste vicenda interna alla Chiesa Cattolica. Poichè non si sentono ancora salire cori di indignazione, di equivalente risonanza mediatica, contro queste accuse evidentemente montate ad arte, diffondiamo queste considerazioni di Maddalena Capobianco prese dal sito Riscossa Cristiana e invitiamo tutti coloro che abbiano a cuore la verità dei fatti a fare altrettanto.
Considerazioni a margine dei presunti scoop del Corriere.it sulle Suore Francescane dell’Immacolata
di Maddalena Capobianco
.
La strategia del demonio per sottomettere le anime al suo potere, più che passare per la ragione, passa attraverso le sensazioni, i sentimenti e le emozioni… il diavolo, diceva la beata Maria Maddalena Martinengo, è come un superbo pittore che pennellata sopra pennellata colora la nostra anima con colori sempre nuovi: queste pennellate non sono altro che le continue sensazioni ed emozioni che ci offre come tentazioni a commettere il male, evitando di far entrare in azione quel gran dono di Dio che è la ragione. La stessa strategia sembra quella degli strumenti di comunicazione: ogni giorno una miriade di notizie, scoperte e scoop sensazionalistici si abbattono sulla nostra anima, per ottunderla con il loro potere inebriante e soggiogarla con la forza della persuasione emotiva. Sembra proprio questo il caso sensazionalistico scoppiato in questi giorni, dopo due video-interviste pubblicate dal sito internet del Corriere (clicca qui e qui), sulle Suore Francescane dell’Immacolata e sul loro fondatore, Padre Stefano Maria Manelli. L’iniquo gioco dei mass media e del giornalismo è evidente in questo orrendo “sbatti il mostro in prima pagina”, privo di qualsiasi verifica oggettiva dei fatti, che coinvolge peraltro un istituto religioso composto da circa 400 giovani religiose, che si sono viste improvvisamente trattate come fanatiche, plagiate e addirittura prostitute. Coloro che, come la giornalista Amalia de Simone, sembrano tanto rispettosi dei diritti civili, non credono sia opportuno tutelare il diritto alla riservatezza e alla dignità di queste giovani religiose e delle loro famiglie, anziché lasciarsi andare a scoop su fatti non verificati e sotto inchiesta?
Proviamo dunque, per non fare il gioco sensazionalistico del demonio, a esaminare i fatti alla luce della ragione e con la conoscenza dei principi della religione cattolica e della vita religiosa, che la de Simone sembra ignorare (così da commettere stupendi strafalcioni) anziché con i sistemi approssimativi del giornalismo d’inchiesta.
1) Ci sarebbe da domandarsi come mai una ex-suora, uscita dall’istituto delle Suore Francescane dell’Immacolata da parecchi anni, solo oggi decida di vuotare il sacco. Dice di farlo per amore per quelle consorelle che vede ancora “prigioniere” nei Lager-convento delle Suore dell’Immacolata. Non avrebbe allora potuto farlo subito, se questa è la vera ragione che la spingeva a farlo? Non avrebbe subito dovuto sporgere denuncia alle legittime autorità anziché aspettare così tanti anni? Non è che qualcuno abbia ben ben soffiato sul fuoco al momento giusto (forse con qualche mezzo ulteriore)? Non è che magari quegli stessi che hanno già distrutto dall’interno il ramo maschile dell’istituto ora si sfogano sulle suore, ree di non aver seguito il tracollo dei Frati e di voler rimanere fedeli al loro carisma?
2) La questione del documento di sangue, spacciato come una promessa di sangue al fondatore, ha poi del ridicolo. Innanzitutto a chi abbia la minima conoscenza di vita religiosa appare chiaro come quella formula scritta sul retro dell’immagine religiosa sia la formula di professione di voti (cioè dei voti di obbedienza, povertà e castità) alla Chiesa, e non al fondatore: ciò non è un’esclusiva torbida e misteriosa delle Suore Francescane dell’Immacolata e nemmeno, come maliziosamente dice la de Simone, un rito mafioso, bensì ciò che praticano tutte le religiose in tutto il mondo! Né si tratta di una formula dettata da padre Manelli, bensì della formula prescritta dalle Costituzioni dell’istituto religioso, approvate dalla Chiesa. A conferma di ciò in basso compare la formula con cui chi è autorizzato a farlo, in questo caso padre Manelli, accetta i voti religiosi in nome della Chiesa: “E io in nome della Chiesa e dell’Istituto ricevo i tuoi voti e se osserverai tutte queste cose ti prometto, da parte di Dio, la vita eterna”. Mente e annebbia la verità quindi l’ex suora quando presenta questa come un voto di obbedienza alla persona del fondatore, anziché ammettere che sia semplicemente la formula di professione religiosa con cui si era consacrata a Dio.
3) E’ peraltro stupido poi mascherare la voce e la faccia dell’ex-suora se poi si mostra chiaramente la sua firma col nome religioso, perché in tal modo chiunque l’abbia conosciuta da suora può sapere chi è!
4) Il fatto che sia scritto con il sangue (se così è realmente) poi non dimostra nulla: il siglare col sangue una promessa può significare icasticamente l’impegno totale con cui la si vuole vivere e la volontà di perseverarvi sino alla fine, sino alla morte e persino a quello che ogni cristiano dovrebbe proporsi come traguardo, il martirio per Cristo. Se dunque tale segno esteriore vuole rappresentare questa realtà interiore non troviamo nulla di male in questo uso, certo per noi un po’ strano e “barocco”, ma che ricorda il voto di sangue all’Immacolata con cui molti uomini, e persino dei santi, promisero tra il ‘500 e l’ ‘800 di voler difendere l’Immacolato Concepimento di Maria, prima che questo venisse proclamato dogmaticamente. Non pare peraltro una pratica particolarmente sadica e dolorosa e, se l’ex-suora lo ha fatto volontariamente e liberamente (e il contrario sarebbe da dimostrare) non ci pare ci sia nulla di scandaloso: molto più doloroso e sadico altrimenti dovrebbe essere un’iniezione all’ospedale o un tatuaggio. Se poi l’ex-suora vuole raccontarci che da 22 anni porta sul dito il segno di una puntura di ago, sinceramente ci sarebbe dubitare della buona fede o della salute mentale di questa. Se infatti potessimo credere a questo sarebbe la nostra salute mentale a essere problematica!
5) Chi entra in un ordine religioso vi deve entrare liberamente ma, una volta che ha deciso liberamente di entrarvi, deve vivere quella forma di vita che ha abbracciato. Tra gli aspetti che ogni vita religiosa comporta, e quella francescana in particolare, vi è quello della penitenza. Chi vuole vivere da religioso è tenuto più degli altri a seguire le parole di Cristo e le sue prime parole, così come registrate nel Vangelo, sono: “Convertitevi e fate penitenza” (Mc 1, 15). Dato che l’uomo è fatto di anima e di corpo, non basta mortificare la propria parte spirituale ma si devono praticare anche forme di penitenza corporale: la Chiesa, con il digiuno prescritto e obbligatorio, ci impone delle forme di penitenza corporale. Nella tradizione religiosa, e soprattutto in quella francescana (l’ordine dei penitenti), la penitenza corporale ha assunto anche aspetti forse poco digeribili per la moderna mentalità edonistica, come l’uso del cilizio, la flagellazione, ecc. Tali pratiche penitenziali non sono un orrido rimasuglio medievale, ma un perenne tesoro a cui quasi tutti i santi hanno attinto, persino quelli apparentemente più delicati e spirituali. Scrive il beato Tommaso da Celano su san Francesco: “soggiogava il suo corpo, assolutamente innocente, con flagelli e privazioni e gli moltiplicava le percosse senza motivo. Infatti il calore dello spirito aveva talmente affinato il corpo, che come l’anima aveva sete di Dio, così ne era sitibonda in molteplici modi anche la sua carne santissima” (2 Cel, 129; FF 713). San Massimiliano Maria Kolbe poi mise tra i punti fondamentali della riforma del francescanesimo quello di reintrodurre la pratica obbligatoria della disciplina, ovvero della flagellazione, per la santificazione personale e per la salvezza delle anime. Niente di spaventoso dunque, niente di straordinario, ma ciò che i religiosi hanno sempre fatto e ciò che lo stesso Concilio Vaticano II raccomanda. Certo ciò che è normale in un convento, trascinato fuori dal silenzio dei chiostri per essere esposto al ludibrio delle telecamere di una giornalista d’inchiesta digiuna di cattolicesimo diventa “scandalo e stoltezza”, lo stesso scandalo e stoltezza di Gesù Crocifisso (1Cor 1, 23). Solo attraverso lo scandalo e la stoltezza della Croce però Gesù ha salvato tutti gli uomini… persino la giornalista d’inchiesta e l’ex-suora.
6) L’altra ex-suora, coadiuvata dalle maliziose domande della giornalista, tenta di presentare padre Stefano Maria Manelli e l’intero ordine dei Francescani dell’Immacolata come dei fanatici masochisti, intenti a trovare e sperimentare nuove sofferenze. In particolare l’ex-suora sembra voler sottolineare la follia di accostare tali pratiche masochiste all’amore per Dio e per Nostro Signore. In realtà è lo stesso Magistero pontificio a ricordarci che tutte le pratiche penitenziali “hanno come termine l’amore”, come dice la Paenitemini di Paolo VI, e vanno fatte quindi non come una sfida alla propria resistenza fisica o come una prova di resistenza stoica al dolore, bensì con amore e per amore, l’amore di Dio e l’amore delle anime. Come diceva Santa Angela da Foligno la via direttissima è quella “di amare e soffrire per amore”. L’ex-suora invece dipinge a tinte fosche, con i toni di un romanzo gotico dell’800, quella che è la realtà luminosa della vita immolata e dedicata a Dio, offendendo la scelta di molte consorelle di continuare a vivere nell’istituto ed essere felici in esso, nonostante tutti i sacrifici umani che comporta tale scelta.
7) Peraltro il nerbo della questione è questo: decidendo liberamente di vivere nell’istituto le suore accettano anche le pratiche penitenziali stabilite, sul cui significato vengono debitamente istruite. Penitenze ulteriori sono da loro liberamente decise. Quindi la questione è: l’ex-suora è stata costretta oppure ha fatto liberamente tali penitenze? Se le ha scelte liberamente – il contrario sarebbe strano e tutto da dimostrare – perché ora se ne lamenta? Purtroppo a volte sembra che dietro a queste parole si nasconda il risentimento determinato dal proprio personale fallimento: dopo aver liberamente vergato col sangue la propria consacrazione a Dio ed essersi liberamente marchiata il cristogramma sul petto, si è tornati indietro! Purtroppo…
8) In ultima analisi – con le poche e laconiche parole che meritano tali insinuazioni – le accuse più pesanti riguardano i presunti casi di abusi sessuali, fino all’istigazione alla prostituzione. Riflettiamo un attimo: una ragazza vuole consacrare a Dio la propria verginità e sceglie un istituto religioso nel quale vivere la sua sponsalità con Cristo. Ora, anziché preservare la loro castità, le superiore e il fondatore mandano queste spose di Cristo a concedersi liberamente alla libidine di un benefattore, pronto a versare molti soldi. Attenzione bene… soldi di cui queste molte ragazze (come dice l’ex-suora) non vedranno nemmeno l’ombra, in quanto per sua stessa ammissione, l’ex-suora afferma che queste fanno una vitaccia e mangiano cibo scaduto. Ma vi sembra razionalmente possibile tutto ciò? Nemmeno una prostituta di professione accetterebbe tali condizioni, figuriamoci una ragazza, magari proveniente da famiglia abbiente, educata ai principi cattolici. Peraltro poi è credibile che di tutte queste suore dedite ad una moderna forma di ierodulia solo una, dopo 15 anni circa, si sia ribellata al sistema iniquo… E questi soldi che fine farebbero: padre Stefano ha sempre vissuto in convento, assimilandosi in tutto alla vita dei confratelli, e tutt’oggi vive, ospite, in una cella di forse 5 metri quadrati! Dunque è pensabile che per sostenere le missioni e l’apostolato che le fa faticare molto, le stesse suore andrebbero a prostituirsi dai benefattori?
In conclusione il servizio sembra fatto apposta per accreditare tali inique accuse e ad arte sembra essere anche la domanda fatta al difensore legale di padre Stefano (o il taglio ad arte della sua intervista), Enrico Tuccillo: anziché rispondere alle accuse più abiette, l’esperto legale napoletano parla dell’ispirazione religiosa di padre Stefano, che non c’entra nulla col resto del servizio, e di un aspetto marginale, rispetto al resto delle accuse, come quello dei beni dell’istituto.
Ma siamo proprio sicuri che la questione dei beni sia solo un aspetto marginale?
Guarda caso i servizi sono usciti alla vigilia e il giorno stesso in cui ci sarebbe dovuta essere una sentenza che avrebbe stabilito, secondo le richieste di qualcuno…, un nuovo sequestro di beni. Così, però non è stato… grazie a Dio. Tutto chiaro.
Maddalena Capobianco
sabato 17 ottobre 2015
Due appuntamenti pro famiglia
Segnaliamo due eventi relativi a venerdì prossimo, 23 ottobre 2015:
alle ore 21 a Ferrara, presso il Cinema Santo Spirito, il professor Massimo Introvigne terrà la conferenza La famiglia “bastonata da tutte le parti” – tra colonizzazioni ideologiche e manovre in Parlamento;
alle ore 20,45 a Pieve di Cento, presso il Magi’900, Mario Adinolfi terrà la conferenza Le persone non sono cose, i figli non si pagano.
alle ore 21 a Ferrara, presso il Cinema Santo Spirito, il professor Massimo Introvigne terrà la conferenza La famiglia “bastonata da tutte le parti” – tra colonizzazioni ideologiche e manovre in Parlamento;
alle ore 20,45 a Pieve di Cento, presso il Magi’900, Mario Adinolfi terrà la conferenza Le persone non sono cose, i figli non si pagano.
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sabato 10 ottobre 2015
Presentazione di "Il diavolo" - ascolta l'audio
Vi proponiamo l'audio della presentazione del libro "Il diavolo". Ospite a Francolino del parroco don Giuseppe Cervesi, padre Raffaele Talmelli, coautore del libro con Luciano Regolo, risponde alle domande del dr. Enrico Pinamonti.
lunedì 28 settembre 2015
Presentazione della Laudato si´
sabato 19 settembre 2015
Eventi culturali a Francolino
Segnaliamo i seguenti incontri che si terranno prossimamente a Francolino nel corso della festa del paese:
- venerdì 25 settembre alle ore 20,15 padre Raffaele Talmelli, psichiatra ed esorcista, presenterà il libro Il diavolo scritto insieme al giornalista Luciano Regolo;
- sabato 26 settembre alle ore 21,15 il giornalista e politico Magdi Cristiano Allam presenterà il suo libro Islam. Siamo in guerra;
- domenica 27 settembre alle ore 21,15 S. E. Arcivescovo mons. Luigi Negri presenterà il suo libro Il cammino della Chiesa. Fondamenti, storia & problemi.
giovedì 10 settembre 2015
De Carli a Quartiere parla del gender
VENERDI 11 /settembre
alle ore 21,°°
nella sala dell’ex-Asilo
di QUARTIERE
ci sarà un incontro
relativo alla conoscenza della teoria del “gender”.
La relazione sarà tenuta
dal giornalista del quotidiano la Croce Mirko De Carli di Ravenna ed animatore dei Circoli Voglio la
Mamma.
Cittadini,
siamo tenuti a conoscere ed
informarci su quello che sta accadendo nella
nostra società e precisamente che cosa ci offre la
riforma della “Buona Scuola” di Renzi .
Alla soglia dell’avvio di questa
riforma, non è ancora emerso, né nella stampa, né in TV, il contenuto completo degli obiettivi che questa riforma si è proposta di perseguire, con l’obbligo dell’accettazione.
Dobbiamo quindi, essere responsabili delle nostre
scelte, non accettarle per imposizione;
“ ignorantia legis non exscusat”
Poiché il problema è molto serio
e riguarda tutti
i cittadini: giovani, adulti e nonni, i Parrocchiani uniti al loro
parroco don Nicolò
vi aspettano numerosi .
Perché, non solo la nostra SCUOLA,
ma anche
quella europea e del mondo,
non basi
l’EDUCAZIONE dei RAGAZZI
sull’impudicizia
e nefandezza.
A chi
sostiene la teoria “gender”
offriamo
la
meditazione di questo Salmo:
<< Donaci o Signore un linguaggio mite,
che non conosca i fremiti dell’orgoglio, dell’ira
e della lussuria, ma donaci occhi limpidi
che vincano le torbide suggestioni del male.>>
Gesù ci
dice:
<< La Verità non va taciuta, anzi
va
sempre proclamata e divulgata.>>
martedì 11 agosto 2015
Con coraggio e allegria al lido degli Estensi il primo Family Day ferrarese
Organizzato dalla parrocchia del Lido degli Estensi con la collaborazione di volontari da Comacchio e Porto Garibaldi, si è svolto il primo Family Day nella nostra provincia e forse anche primo non solo della nostra provincia. Non abbiamo infatti al momento notizie di altri Family Day locali sulla scia dei grandi eventi romani ma l 'idea lanciata da un creativo collaboratore del parroco Don Stefano Zanella potrebbe avere un seguito anche altrove. Una tre giorni all'insegna dell'affermazione forse banale ma mai più necessaria di oggi: questa è la famiglia ,queste sono le famiglie che offrono il sostegno naturale alla crescita dei propri figli ed alla collaborazione nella società.
Iniziato venerdì sera con un suggestivo momento di preghiera alla luce delle lanterne nella spiaggia , il Family Day è proseguito sabato sera presso l 'unico stabilimento balneare che ha dato sostegno all'iniziativa con una bellissima serata guidata da una coppia di Incontro Matrimoniale, peraltro encomiabile esempio di trasmissione di virtù:si trattava dei genitori del giovane parroco, a loro volta responsabili e testimoni di una associazione di laici che aiuta le coppie a conoscersi in profondità favorendo dialogo e apertura tra coniugi o fidanzati.
Infine la grande giornata di Domenica 9 Agosto. In piena stagione turistica,ecco il Camp del Family Day svettare a pochi metri dal mare,tra i bagnanti incuriositi che si fermano ad osservare questa coraggiosa affermazione di identità, fatta di conversazioni pubbliche sulla famiglia e sulla coppia con tanto di casse audio ad alta potenza in modo che tutto il Lido possa sentire,superando il volume dei disco bar e dei tornei di Beach tennis.
martedì 4 agosto 2015
FAMIGLIA (PADRE, MADRE E TANTI FIGLI): QUESTA LA VERA EMERGENZA PER L’ITALIA!
Dai giornali di questi giorni apprendiamo che in Italia il saldo tra nati e morti è negativo. Leggiamo:
“Alla fine del 2012 in Italia eravamo oltre 59,6 milioni, di cui 4 milioni e 300 mila (7,4%) di cittadini stranieri. E la popolazione, nel corso dell’anno scorso, è aumentata di 291.020 unità, pari al +0,5%, grazie soprattutto all’apporto di immigrati.
I dati, che confermano in parte un quadro già noto, arrivano dal Bilancio demografico nazionale dell’anno 2012, pubblicato oggi dall’Istat. Il calo di nascite: in particolare, sono stati registrati più di 12 mila nati in meno rispetto all’anno precedente e circa 19 mila morti in più. Pertanto il saldo naturale, dato dalla differenza tra nati e morti, è risultato negativo per 78.697 unità, che rappresenta un picco negativo mai raggiunto prima, ancora più elevato di quello del 2003, quando la mortalità fece registrare valori particolarmente elevati nei mesi giugno-agosto a causa di una eccezionale ondata di calore. Analogamente, l’Istat ha osservato un elevato numero di decessi nei primi mesi del 2012, in corrispondenza della forte ondata di gelo, che ha colpito tutto il Paese, in particolare il Centro e il Nord, dove infatti si è riscontrato il maggior incremento della mortalità. Il saldo naturale è negativo ovunque, con la sola eccezione delle province autonome di Trento e Bolzano e della Campania. Al contrario, il movimento migratorio con l’estero nel 2012 ha fatto registrare un saldo positivo pari a circa 245 mila unità. Gli immigrati si indirizzano prevalentemente nelle regioni del centro e del nord”.
Dunque, se non si inverte questo trend, gli italiani sono destinati a scomparire. Ma non solo: in pochi anni potremmo trovarci di fronte ad una situazione insostenibile, dovuta ad un drastico calo dei consumi, alla poca occupazione, all’aumento delle persone anziane, al necessario innalzamento delle tesse e così via.
La soluzione proposta è semplice: politiche a favore della famiglia, agevolando i giovani a sposarsi e a fare figli, con una serie di misure di seria detassazione.
Questa è l’emergenza dell’Italia, non i cosiddetti diritti delle coppie arcobaleno!
Paolo F.
Amici del Timone Ferrara
lunedì 22 giugno 2015
Facebook, l'Alta Velocità e le nuove "Star" al Family Day 2015
Dopo aver vissuto in prima persona i due Family Day, 2007 e 2015, un confronto e qualche considerazione sorgono spontanee.
Quella di Sabato scorso è stata un manifestazione che ha evidenziato un passo in avanti della battaglia cattolica per far valere nella società la propria visione del mondo. Rispetto al 2015 tutti gli interventi dal palco sono stati appassionati, competenti, in tema, fatti da personalità emerse in questi 8 anni che fanno della battaglia per la famiglia naturale una missione della loro vita. Nel 2007, a parità di pulmann e metri calpestabili occupati, senza offendere nessuno bisogna dire che le prime 2 ore furono caratterizzate da una quasi lontananza tra cosa succedeva sul palco e l'intenstà dei cartelloni e bandiere che anche allora eguagliavano per numero e qualità quelli del 20 giugno . Ci pensò il cantante Povia, verso le 17.30 a svegliare e a far concentrare l'attenzione con 2 canzoni, poi Kiko con la chitarra e una *breve* catechesi su Caana, per finire con un sanguigno Pezzotta prestato per un giorno alla battaglia per la famiglia.
Sabato scorso invece è stato un vero e proprio concentrato di leader imbattibili guidati dal portavoce Gandolfini.
Nessuna distrazione dall'inizio delle 15.00 fino alla pioggia torrenziale delle 18.00. Sono leader e veri capipopolo quelli che hanno parlato, sono nuovi, capaci, convinti, sinceri che trascinano per la trasparenza della loro azione pubblica e sociale fatta di centinaia di conferenze, incontri, articoli che in questi anni hanno plasmato figure come Costanza Miriano, Gianfranco Amato, Mario Adinolfi e l'avvocato Pillon. Il tutto sorretto dalla competenza tecnica di Alfredo Mantovano che ha chiarito punto per punto gli articoli del ddl Cirinnà e dalla consolidata figura ormai storica di Kiko Arguello che ha portato forse 200.000 neocatecumenali e ha fatto capire a tutti che sarà stata anche una manifestazione laica o multireligiosa ma, con la sua lunga catechesi sulla Genesi e sulla presenza reale di Cristo nell'eucarestia e nella famiglia, ha reso evidente che i cattolici hanno armi teologiche in più di altri che permettono loro di essere di fatto gli unici a battersi per la difesa dei bambini.
Secondo, il valore dei social network sta piano piano sostituendo l'influenza della gerarchia per la movimentazione delle persone. Se per portare i baschi verdi nel 48 a Roma era necessaria una diretta dipendenza tra il Papa , l'azione cattolica e le parrocchie, se nel 2007 era stata necessario un esplicito invito del Cardinal Ruini ai capi di tutti i movimenti ed associazioni laicali, ora tutto questo non c'è più stato. A parte il caso neocatecumenale, nessun vertice ecclesiale o di grandi associazioni laicali si è speso per portare a Roma il milione di persone, a parte inviti di alcuni Vescovi. Come è accaduto quindi? Pensiamo senz'altro alla potenza di Facebook, ovviamente, che ha sopperito alla mancanza di linee guida ufficiali, e, perchè no, anche ai treni ad Alta Velocità che collegano Milano, e Venezia a Roma in 3 ore (tutto esaurito sulle Frecce nella giornata di Sabato).
Facebook e Alta Velocità che non c'erano nel 2007.
Ma a nulla sarebbero valsi senza che fosse maturata nel tempo una coscienza per la Famiglia indipendentemente dagli organi ecclesiali ufficiali, e che persone come quelle che hanno organizzato l'evento e sono stati protagonisti ieri non avessero sacrificato la vita personale per un bene più grande.
A. Mezzaro
Amici del Timone di Ferrara
Sabato scorso invece è stato un vero e proprio concentrato di leader imbattibili guidati dal portavoce Gandolfini.
Nessuna distrazione dall'inizio delle 15.00 fino alla pioggia torrenziale delle 18.00. Sono leader e veri capipopolo quelli che hanno parlato, sono nuovi, capaci, convinti, sinceri che trascinano per la trasparenza della loro azione pubblica e sociale fatta di centinaia di conferenze, incontri, articoli che in questi anni hanno plasmato figure come Costanza Miriano, Gianfranco Amato, Mario Adinolfi e l'avvocato Pillon. Il tutto sorretto dalla competenza tecnica di Alfredo Mantovano che ha chiarito punto per punto gli articoli del ddl Cirinnà e dalla consolidata figura ormai storica di Kiko Arguello che ha portato forse 200.000 neocatecumenali e ha fatto capire a tutti che sarà stata anche una manifestazione laica o multireligiosa ma, con la sua lunga catechesi sulla Genesi e sulla presenza reale di Cristo nell'eucarestia e nella famiglia, ha reso evidente che i cattolici hanno armi teologiche in più di altri che permettono loro di essere di fatto gli unici a battersi per la difesa dei bambini.
Secondo, il valore dei social network sta piano piano sostituendo l'influenza della gerarchia per la movimentazione delle persone. Se per portare i baschi verdi nel 48 a Roma era necessaria una diretta dipendenza tra il Papa , l'azione cattolica e le parrocchie, se nel 2007 era stata necessario un esplicito invito del Cardinal Ruini ai capi di tutti i movimenti ed associazioni laicali, ora tutto questo non c'è più stato. A parte il caso neocatecumenale, nessun vertice ecclesiale o di grandi associazioni laicali si è speso per portare a Roma il milione di persone, a parte inviti di alcuni Vescovi. Come è accaduto quindi? Pensiamo senz'altro alla potenza di Facebook, ovviamente, che ha sopperito alla mancanza di linee guida ufficiali, e, perchè no, anche ai treni ad Alta Velocità che collegano Milano, e Venezia a Roma in 3 ore (tutto esaurito sulle Frecce nella giornata di Sabato).
Facebook e Alta Velocità che non c'erano nel 2007.
Ma a nulla sarebbero valsi senza che fosse maturata nel tempo una coscienza per la Famiglia indipendentemente dagli organi ecclesiali ufficiali, e che persone come quelle che hanno organizzato l'evento e sono stati protagonisti ieri non avessero sacrificato la vita personale per un bene più grande.
Una famiglia numerosa testimonia i tentativi di indottrinamento gender |
A. Mezzaro
Amici del Timone di Ferrara
venerdì 19 giugno 2015
Nell'attesa, un ricordo del Family Day 2007
Come detto da Mons. Parolin, il matrimonio tra persone dello stesso sesso è una sconfitta dell'umanità.
La critica contro il DDL Cirinnà come anche contro l'aborto accomuna tutti gli uomini anche a prescindere dal credo religioso.
E per noi Sabato sarà un nuovo Family Day.
Non ci interessano i distinguo, non ci interessa chi dice che non sarà un nuovo Family Day. Una manifestazione che coinvolge i cattolici che lottano contro il riconoscimento di forme di famiglia diverse da quella naturale per noi sarà sempre un Family day.
Come Amici del Timone di Ferrara siamo nati proprio quel 12 Maggio del 2007,ci siamo conosciuti proprio sul pulman organizzato dalla diocesi di Ferrara mentre avevamo in mano una copia del Timone e in quel momento abbiamo deciso di dare vita alla nostra associazione culturale.
Non possiamo che sentire una vicinanza particolare con ogni manifestazione di larga portata che vada nella stessa direzione di quella del 2007.
Domani come allora diremo un " no! " secco a qualsiasi forma di riconoscimento di convivenza che non sia quella voluta da Lassù, che ci metterebbe nella situazione dell' Irlanda pre- referendum, la quale aveva già riconosciuto unioni civili e adozioni sodomitiche: mancava solamente il nome " matrimonio" ed è arrivato in quel modo.
Da noi ci arriveremo a colpi di sentenze anti discriminatorie. Dopodichè, perchè discriminare chi si vuole maritare col suo cane? E poi divorziare? Nella vecchia America già lo fanno. Vogliamo essere da meno? Diremo proprio di si!
venerdì 22 maggio 2015
Centro culturale GK Chesterton: Alessandro Gnocchi in diretta web questa sera
Diretta streaming questa sera Venerdì 22 Maggio dalle 21.00 su questo sito o dal canale youtube dei nostri amici del Centro Culturale GK Chesterton, che hanno organizzato la conferenza presso il Museo di Arte Sacra di San Giovanni in Persiceto.
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Un appuntamento culturale straordinario, un noto intellettuale cattolico, considerato il maggior esperto di Guareschi. ci parla della grande fede che il mondo piccolo ci trasmette nella meravigliosa bellezza e attualità dei suoi immortali personaggi (dalla descrizione dell'evento FB).
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Un appuntamento culturale straordinario, un noto intellettuale cattolico, considerato il maggior esperto di Guareschi. ci parla della grande fede che il mondo piccolo ci trasmette nella meravigliosa bellezza e attualità dei suoi immortali personaggi (dalla descrizione dell'evento FB).
giovedì 14 maggio 2015
Diretta web da Pieve di Cento: Gianfranco Amato, Gender d(Istruzione)
Venerdì 15 Maggio ore 21 - diretta streaming dal Palacavicchi di Pieve di Cento
Il Vicariato di Cento
vi invita alla conferenza di
Gianfranco Amato
Il Vicariato di Cento
vi invita alla conferenza di
Gianfranco Amato
"Gender (D)istruzione - l'impegno educativo di famiglia, scuola e società"
martedì 12 maggio 2015
Gianfranco Amato a Pieve di Cento
Per chi si fosse perso la strepitosa conferenza che il presidente dei Giuristi per la Vita ha tenuto a Ferrara nella salone del Seminario Arcivescovile in Marzo, c'è una seconda possibilità. Il Vicariato di Cento, con il patrocinio di numerose associazioni tra cui noi Amici del Timone di Ferrara, vi invita caldamente per
Venerdì 15 maggio ore 21
PalaCavicchi di Pieve di Cento
Avv. Gianfranco Amato
"Gender (D)istruzione - l'impegno educativo di famiglia, scuola e società"
sabato 9 maggio 2015
Conferenza Adinolfi - Negri: il video
E' disponibile sul nostro canale youtube il video dell'incontro con Mario Adinolfi e Mons. Negri, "Le persone non sono cose", tenuto a Ferrara il 19 Aprile 2015 presso la Sala San Francesco.
Dopo che Andrea Tosini, di Voglio La Mamma, ha introdotto l'evento, ha poi presentato gli ospiti don Manservigi, direttore della Voce di Ferrara Comacchio. Quindi è entrato in scena Mario Adinolfi trattando il tema con la solita passione che gli compete. Mons. Negri ha infine concluso con un intervento particolarmente mirato, connotando la serata di quella pregevolezza e completezza che rende un momento culturale coinvolgente per tutti. Anche le domande finali, alcune polemiche, hanno contribuito a chiarire diversi aspetti della battaglia culturale attorno all' ideologia gender.
Di seguito la prima e la seconda parte.
Seconda Parte
Organizzato dal circolo Voglio La Mamma, hanno collaborato:
Amici del Timone - Ferrara
La Croce Quotidiano
Centro culturale L'Umana Avventura
Nuovi Orizzonti - Ferrara
Ufficio per la Pastorale familiare e matrimoniale - Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio
Dopo che Andrea Tosini, di Voglio La Mamma, ha introdotto l'evento, ha poi presentato gli ospiti don Manservigi, direttore della Voce di Ferrara Comacchio. Quindi è entrato in scena Mario Adinolfi trattando il tema con la solita passione che gli compete. Mons. Negri ha infine concluso con un intervento particolarmente mirato, connotando la serata di quella pregevolezza e completezza che rende un momento culturale coinvolgente per tutti. Anche le domande finali, alcune polemiche, hanno contribuito a chiarire diversi aspetti della battaglia culturale attorno all' ideologia gender.
Di seguito la prima e la seconda parte.
Seconda Parte
Organizzato dal circolo Voglio La Mamma, hanno collaborato:
Amici del Timone - Ferrara
La Croce Quotidiano
Centro culturale L'Umana Avventura
Nuovi Orizzonti - Ferrara
Ufficio per la Pastorale familiare e matrimoniale - Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio
domenica 26 aprile 2015
A quando un 25 Aprile dell'aborto?
In
questi giorni si ricorda il 70° della liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo
ad opera della Forze Alleate. Le celebrazioni dovrebbero essere soprattutto un
monito per le generazioni future, affinché non sia mai più Auschwitz e Birkenau e tanto
altro in nome di una ideologia.
Eppure
non tutti sanno che dall’altra parte dell’oceano, in una delle più prestigiose e
civilissime Università degli Stati Uniti, la Princeton, un docente di Etica, Peter Singer,
conosciuto anche come il filosofo della Liberazione animale e fautore
della linea della “parità” tra uomini e bestie, nonché inventore del termine
“specismo”, in questi giorni è tornato a ribadire con convinzione in una
intervista radiofonica le sue tesi sull’infanticidio dei bambini handicappati,
misura che per il professore sarebbe necessaria nella logica del rapporto
tra costi e benefici, tanto da rendere «ragionevole» per il governo e le
compagnie assicurative l’ipotesi di negare le coperture
per la cura dei neonati gravemente disabili.
Ebbene, tutto questo ricorda drammaticamente un progetto di eugenetica
nazista, l’Aktion T4, il cui obiettivo era proprio quello di eliminare le
persone affette da malformazioni genetiche, la stessa ideologia che poi ha
portato a tutte le sofferenze e gli orrori dei campi di sterminio e contro cui
giustamente oggi tanta gente scende per le strade affinché ciò non accada mai
più.
Eppure, contro le idee di Peter Singer nessuno si muove e nessuno scende in
piazza. Non solo. Ma anche la pratica abortiva oggi è ormai
diventata ‘normale’, addirittura spacciata come ‘diritto’. Probabilmente tutto questo trova la propria
radice nel desiderio errato dell’uomo di sostituirsi a Dio, nel fare
dell’arbitrio umano un assoluto, capace di decidere cosa è bene e cosa è
male.
Ci auguriamo che la festa del 25 aprile, che festeggiamo, porti a
riscoprire la vera natura dell’uomo e dei suoi intrinseci limiti, affinché
tutto ciò che è accaduto, e che continua ad accadere, possa finire.
domenica 19 aprile 2015
Diretta web ore 20.45: Mario Adinolfi e Mons. Luigi Negri
Dalla Sala San Francesco di Ferrara
LE PERSONE NONO SONO COSE
Mario Adinolfi
Mons. L.Negri
mercoledì 15 aprile 2015
Incontro con Mario Adinolfi e Mons. Negri a Ferrara
Il Circolo Voglio La mamma di Ferrara in collaborazione con
Amici del Timone - Ferrara
La Croce Quotidiano
Centro culturale L'Umana Avventura
Nuovi Orizzonti - Ferrara
Ufficio per la Pastorale familiare e matrimoniale - Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio
Amici del Timone - Ferrara
La Croce Quotidiano
Centro culturale L'Umana Avventura
Nuovi Orizzonti - Ferrara
Ufficio per la Pastorale familiare e matrimoniale - Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio
vi invitano alla conferenza
«LE PERSONE NON SONO COSE»
con
Mario Adinolfi
interverrà
Mons. Luigi Negri
DOMENICA 19 APRILE
Ferrara, Sala San Francesco, ore 20.45
diretta web su www.amicideltimoneferrara.it
Il Circolo Voglio La Mamma di Ferrara
lunedì 30 marzo 2015
Conferenza di Gianfranco Amato: il video
.
Sul canale degli Amici del Timone di Ferrara il video della prima parte della conferenza di Gianfranco Amato, tenuta il 20 Marzo presso il Seminario di Ferrara.
Gender d(istruzione) il titolo dell'incontro, organizzato dagli Amici del Timone insieme al Circolo Voglio La Mamma di Ferrara.
L'introduzione è stata affidata ai responsabili dei due circoli culturali, Giovanni Corbelli (Amici del Timone) e Andrea Tosini (Voglio La Mamma).
Sul canale degli Amici del Timone di Ferrara il video della prima parte della conferenza di Gianfranco Amato, tenuta il 20 Marzo presso il Seminario di Ferrara.
Gender d(istruzione) il titolo dell'incontro, organizzato dagli Amici del Timone insieme al Circolo Voglio La Mamma di Ferrara.
L'introduzione è stata affidata ai responsabili dei due circoli culturali, Giovanni Corbelli (Amici del Timone) e Andrea Tosini (Voglio La Mamma).
venerdì 20 marzo 2015
Amici del Timone e Voglio La Mamma: diretta Web ore 21 con Gianfranco Amato
Avv. Gianfranco Amato
Gender d(istruzione)
Le nuove forme di indottinamento nelle scuole italiane
Diretta web oggi Venerdì 20 Marzo ore 21.00 su questo sito
dal Seminario Arcivescovile di Ferrara Comacchio
Link diretto al canale
Intervista di Andrea Tosini a Gianfranco Amato per Innovatori Democratici
Pubblichiamo l'intervista a Gianfranco Amato fatta da Andrea Tosini, referente di Voglio La Mamma di Ferrara, nell'Aprile 2014 per Innovatori Democratici.
I temi che riguardano la difesa della vita umana e della famiglia naturale sono decisivi per la società. Sono però temi fortemente polarizzanti, soprattutto oggi, e sono a volte causa di scontri anche violenti. Tuttavia ci sono alcune realtà che affrontano a viso aperto questi temi, lanciando una sfida che ormai non più essere lasciata cadere nel vuoto. Oggi incontriamo una di queste realtà: i Giuristi per la Vita. Abbiamo come ospite il loro presidente, l’avvocatoGianfranco Amato.
Avvocato Amato, Giuristi per la Vita è una realtà giovane – è nata nel 2013 – ma è già attiva in tutta Italia. Dal vostro sito Internet si legge che di essa fanno parte giuristi, ma anche filosofi, docenti e studenti. Può spiegarci, in breve, come siete nati e qual è il vostro scopo?
Giuristi per la Vita non è un’associazione classica. È una sorta di task force, un team operativo, un gruppo di lavoro costituito da avvocati, magistrati e docenti universitari. Ha come finalità quella di difendere il diritto della vita in senso ampio, cioè non soltanto legato all’esistenza biologica. In questo concetto comprendiamo il diritto alla libertà, il diritto alla famiglia, il diritto all’educazione: i cosiddetti tre principi non negoziabili. La caratteristica è quella di difendere il diritto alla vita, all’educazione, alla famiglia, anche nel piano in cui questo diritto viene interpretato ed applicato, cioè nelle aule giudiziarie. La caratteristica di Giuristi per la Vita è quella di essere una presenza operativa. Al nostro attivo abbiamo, ad esempio, azioni legali, alcune denunce penali, ricorsi al Tar, esposti. Abbiamo capito che il fronte politico non è più sufficiente: si possono fare anche delle leggi, come la Legge 40, poi però queste leggi vengono sistematicamente smantellate sul fronte giudiziario. Questo fronte è sguarnito, noi pensiamo di presidiarlo.
Difendere la vita umana e la famiglia naturale, quella fondata sull’unione tra un uomo e una donna, sta diventando sempre più difficile, soprattutto sul piano sociale e culturale. Quali rischi intravede per il prossimo futuro?
I rischi sono altissimi, perché la famiglia è la cellula di una società. È un elemento imprescindibile per il vivere civile. Nel momento in cui la legge, l’ordinamento, la politica hanno la pretesa di modificarla, di cambiarla, stanno modificando una cellula; noi sappiamo che se la cellula rischia di diventare tumorale poi tutto il corpo va in metastasi, per cui è veramente molto pericolosa l’operazione che si sta facendo. Ricordiamo sempre che la famiglia e il matrimonio non sono il frutto di una cultura, di una filosofia, neanche di una chiesa. È un dato che appartiene all’essenza ontologica dell’uomo, fin dal Neolitico – ricordiamo la Famiglia di Eulau -, tanto è vero che la nostra Costituzione, all’articolo 29, utilizza un verbo interessante. Dice: “la Repubblica riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”; non dice ‘istituisce‘ la famiglia, perché la famiglia resta un dato pre-politico e pre-giuridico, cioè viene prima dello Stato e prima dell’ordinamento giuridico. È un dato di cui bisogna tener conto, è un dato oggettivo di natura e non si può modificare attraverso lo strumento normativo. Tra l’altro, la famiglia è entrata nei documenti giuridici soltanto dopo un determinato momento storico, dopo la Seconda guerra mondiale. Prima, essendo appunto un dato pre-politico e pre-giuridico, non era previsto in nessun documento né nazionale né internazionale. Perché allora si è fatto dopo la Guerra? Perché l’esperienza drammatica dello tsunami bellico aveva dimostrato come, dopo la devastazione della guerra, la famiglia fosse stato l’unico elemento che aveva retto in una società distrutta e l’elemento da cui ricominciare per ricostruire il vivere civile. Ecco la ragione per cui la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e le varie costituzioni europee – quella tedesca, quella italiana, ecc. – hanno preso atto dell’esistenza di questo imprescindibile, oggettivo dato di natura e lo hanno ringraziato per la funzione che ha svolto. Quindi non si può pensare di manipolarlo, anche perché – come dico spesso – se noi arrivassimo all’assurdo di definire il matrimonio e la famiglia come un dato manipolabile e dovessimo far decidere al Parlamento, a maggioranza, che cos’è la famiglia e il matrimonio, nessuno mi ha ancora spiegato perché il Parlamento non potrebbe paradossalmente arrivare a dire che l’unione di cinque donne che si amano fra di loro può essere una famiglia; o il matrimonio può essere composto da tre uomini e tre donne; oppure – come ho detto al Liceo Cavour nel mio confronto con l’on. Scalfarotto – arrivare addirittura al paradosso che il matrimonio sia l’unione tra un uomo e un cane, se consideriamo l’elemento affettivo che unisce gli uomini agli animali. In realtà, l’errore che si sta facendo è duplice. Da una parte si ritiene che soltanto il sentimento, l’amore, sia l’unico criterio per definire il matrimonio e la famiglia, e questo non è, perché io ricordo, ad esempio, che il matrimonio e la famiglia non tengono conto solo del fattore sentimentale ed emotivo, ha altri fattori: la bipolarità sessuale, l’istinto procreativo, la finalità educativa, appunto perché, se noi tenessimo da conto soltanto l’elemento del sentimento arriveremmo al paradosso di cui parlavo prima. Il secondo errore è quello di far definire a maggioranza da un parlamento che cos’è la famiglia e il matrimonio, cioè un dato che appartiene alla natura dell’uomo e che non può essere modificato. In gioco ci sono due fattori: uno è la stessa tenuta del tessuto sociale, perché se viene meno la cellula viene meno tutto; il secondo è una questione di libertà, perché come diceva il grande scrittore cattolico Chesterton, la famiglia è un’istituzione anarchica – lui amava definirla così -, perché è l’ultimo luogo dove l’uomo esprime la sua libertà; diceva “io a casa mia posso anche girare in mutande”. È quel cuscinetto, quello spazio di libertà che c’è fra l’uomo e lo Stato, il potere. In questo senso il potere è sempre tentato di eliminare questo contesto proprio per poter manipolare l’uomo. L’individuo senza la famiglia come luogo di libertà diventa un soggetto facilmente manipolabile dal potere.
Concludiamo con uno sguardo fiducioso verso il futuro. I temi fondamentali, malgrado la loro complessità, non lasciano indifferente la gente. Nell’ultimo anno abbiamo assistito ad un fiorire di questo impegno comune. Pensiamo solo a realtà come La Manif pour Tous, le Sentinelle in Piedi e i circoli Voglio la Mamma, che nel solco tracciato dall’ultimo libro di Mario Adinolfi, stanno sorgendo in ogni angolo del Paese. Quale prospettiva può delinearsi secondo Lei?
Io mi rendo conto – anche partendo dalla mia piccola esperienza personale delle conferenze che quasi ogni sera faccio in giro per l’Italia – che il fattore determinante è l’informazione. La stragrande maggioranza degli italiani non ha la più pallida idea di cosa stia succedendo a livello normativo, anche con il ddl omofobia, riguardo alla libertà di pensiero, ma soprattutto alla propaganda gender nelle scuole. Questa manipolazione è pericolosissima. La prima operazione che bisogna fare è quindi quella dell’informazione. Stiamo vivendo davvero quel clima che c’era sotto il regime del Terzo Reich, per cui molti alla fine se ne uscirono dicendo “noi non ce ne siamo accorti, noi non sapevamo”. Tutte queste iniziative, di cui parlava prima, contribuiscono ad un’opera importantissima, che è quella dell’informazione. Le assicuro che, per esperienza personale, quando le persone sono informate la reazione c’è. Lo vedo nelle conferenze che faccio: il novanta per cento delle persone che partecipa, una volta che apprende, soprattutto sul piano dell’educazione, cosa sta avvenendo ai più piccoli, ha una presa di coscienza, una reazione, una voglia e capacità di mettersi in gioco che è veramente interessante. Non è vero che siamo tutti morti, la gente si appassiona: quando si toccano i temi della libertà, dell’educazione, la gente – indipendentemente dal proprio orientamento politico o dal proprio credo religioso, se ce l’ha – la gente si muove e si mobilita, perché esiste ancora questa sensibilità e questa voglia di libertà. È uno dei fattori insopprimibili dell’essere umano ed è la speranza che noi abbiamo per questo Paese.
Intervista a cura di Andrea Tosini
Promemoria: conferenza "Gender (d)istruzione"
Vi ricordiamo l'appuntamento di questa sera alle ore 21 presso il Seminario Arcivescovile di via Fabbri a Ferrara con la conferenza di Gianfranco Amato:
Gender (d)istruzione
lunedì 9 marzo 2015
Conferenza "Gender (d)istruzione" di Gianfranco Amato
La prossima conferenza organizzata dagli Amici del Timone di Ferrara verterà sulla ideologia di gender e sulla sua diffusione nelle scuole italiane.
È notizia di oggi (leggi qui): in alcune scuole d'infanzia di Trieste verrà proposto il “Gioco del rispetto - Pari e dispari” in cui - si legge nel manuale a disposizione delle insegnanti - «i bambini/e possono esplorare i corpi dei loro compagni, ascoltare il battito del cuore a vicenda o il respiro. Ovviamente i bambini possono riconoscere che ci sono differenze fisiche che li caratterizzano, in particolare nell’area genitale». Le ideatrici del progetto rilevano quanto sia «importante confermare loro che maschi e femmine sono diversi in questo aspetto e nominare senza timore i genitali maschili e femminili». Il tutto presentato ai genitori come “sensibilizzazione contro la violenza sulle donne” (a bambini di 4/5 anni!).
È notizia di oggi (leggi qui): in alcune scuole d'infanzia di Trieste verrà proposto il “Gioco del rispetto - Pari e dispari” in cui - si legge nel manuale a disposizione delle insegnanti - «i bambini/e possono esplorare i corpi dei loro compagni, ascoltare il battito del cuore a vicenda o il respiro. Ovviamente i bambini possono riconoscere che ci sono differenze fisiche che li caratterizzano, in particolare nell’area genitale». Le ideatrici del progetto rilevano quanto sia «importante confermare loro che maschi e femmine sono diversi in questo aspetto e nominare senza timore i genitali maschili e femminili». Il tutto presentato ai genitori come “sensibilizzazione contro la violenza sulle donne” (a bambini di 4/5 anni!).
È solo un recentissimo esempio della diffusione della ideologia di gender, che ha la "pretesa di sopprimere la differenza sessuale separandola da
qualsiasi indicazione naturale, per ridurre la stessa sessualità a pura
istintualità, anche attraverso la realizzazione di progetti educativi
declinati secondo tale prospettiva" (mons. Luigi Negri). Sicuramente non molti sanno che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato linee guida sull'educazione sessuale che prevedono, ad esempio, nella fascia 0-4 anni: «gioia e piacere nel toccare il proprio corpo; masturbazione infantile precoce, scoperta del proprio corpo e dei propri genitali» (testuale: leggi qui per approfondire).
Vogliamo ribadire con papa Francesco: «Occorre (…) sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio!» (11/4/2014)
Invitiamo pertanto tutti, in special modo i genitori, alla conferenza
La conferenza avrà luogo venerdì 20 marzo 2015 alle ore 21 presso il Seminario Arcivescovile di via Fabbri a Ferrara. Chi non potrà essere presente di persona potrà seguire la conferenza in diretta streaming sul sito www.amicideltimoneferrara.it.
Vogliamo ribadire con papa Francesco: «Occorre (…) sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio!» (11/4/2014)
Invitiamo pertanto tutti, in special modo i genitori, alla conferenza
"Gender (d)istruzione"
in cui l'avvocato Gianfranco Amato effettuerà una documentatissima ricostruzione del tentativo di indottrinamento attualmente in atto nelle scuole italiane per imporre la ideologia di gender a bambini e ragazzi, spesso senza che vi sia consenso o conoscenza da parte dei genitori. La conferenza avrà luogo venerdì 20 marzo 2015 alle ore 21 presso il Seminario Arcivescovile di via Fabbri a Ferrara. Chi non potrà essere presente di persona potrà seguire la conferenza in diretta streaming sul sito www.amicideltimoneferrara.it.
giovedì 5 marzo 2015
martedì 3 marzo 2015
Doppio appuntamento con padre Raffaele Talmelli
Padre Raffaele Talmelli, oblato benedettino di origine ferrarese, sarà a Ferrara in questo fine settimana con due appuntamenti culturali:
- sabato 7 marzo alle ore 21 canterà come tenore nello "Stabat Mater" di Pergolesi-Paisiello che vedrà Marco Balderi alla direzione e organo, il Quartetto fiorentino, Amalia Scardellato come soprano, Gigliola Bonora come alto e Massimo Naccarato come baritono;
- domenica 8 marzo alle ore 9,45 padre Raffaele presenterà il suo ultimo libro "Il diavolo" scritto con Luciano Regolo.
Entrambi questi eventi avranno luogo presso la chiesa di S. Caterina Vegri in via Pacinotti 54, a Ferrara.
martedì 27 gennaio 2015
La Croce, Il Foglio, il Gender e Voglio La Mamma: Intervista esclusiva al referente del Circolo Voglio la Mamma di Ferrara
E così finalmente abbiamo conosciuto Andrea Tosini, referente del Circolo 'Voglio la Mamma' di Ferrara.
La nascita di un circolo che rappresenta una delle novità più interessanti per la nostra città e dintorni non poteva che suscitare apprezzamento e desiderio di incontrarne i protagonisti.
A Ferrara è dunque attivo un circolo Voglio La Mamma. Quando è nato precisamente?
Il 18 maggio 2014, una domenica, durante la tappa ferrarese del tour di Mario Adinolfi. All'epoca il
tour di Voglio la Mamma era appena partito e tutti gli eventi avevano una dimensione, per così dire,
'familiare'. Da allora, però, l'interesse nei confronti del libro è cresciuto sempre di più e oggi Voglio
la Mamma è una realtà in continua espansione su tutto il territorio nazionale.
Quali scopi si prefigge e attraverso quali strumenti?
La nostra azione si svolge sul piano culturale. Vogliamo essere costantemente vigili contro i falsi
miti di progresso. Vogliamo difendere la vita umana dalle minacce di una mentalità, sempre più
diffusa, che considera le persone come cose, inoltre saremo al fianco delle mamme e dei papà
giustamente preoccupati per l'ideologia del gender che sempre più spesso trova spazio nelle scuole
frequentate dai loro figli.
Sbaglia però chi pensa che il nostro obiettivo sia solo quello di giocare in difesa. Vogliamo infatti
raccontare la bellezza e il coraggio del fare famiglia e del prendersi cura della vita umana,
specialmente nei momenti più critici e delicati. Non vogliamo essere una semplice realtà 'di
denuncia', vogliamo sentirci popolo. Su questo punto Adinolfi è stato molto chiaro durante il suo
tour 2014, e ha più volte ripetuto che “i nostri avversari sono club, noi invece siamo popolo”. È qui
che sta la nostra forza.
Avete eventi in programma a breve?
Animare il dibattito sui temi fondamentali – nascere, amare e morire - è il nostro obiettivo primario.
Lo faremo anche tramite presentazioni di libri e incontri pubblici. Il primo appuntamento è in
programma per il mese di marzo, quando Mario Adinolfi tornerà a Ferrara per una tappa del suo nuovo tour.
Qual è il vostro pubblico di riferimento?
Se i temi fondamentali sono nascere, amare e morire è evidente che si tratta di realtà che toccano la
vita di tutte le persone, nessuna esclusa. Il nostro popolo è costituito da tutti coloro che hanno a
cuore la difesa della vita e della dignità umana e della famiglia naturale.
L'uscita del quotidiano La Croce è un evento importante. A molti sembra un gesto spericolato.
C'è ottimismo sulla riuscita dell'impresa?
È senza dubbio una scelta molto coraggiosa, viste le condizioni dell'attuale panorama editoriale
italiano. I primi riscontri dalle edicole del Paese sono però molto incoraggianti. È un giornale
schietto, diretto e 'scomodo', a cominciare dal nome. Non esistono al momento in Italia dei giornali
paragonabili per contenuti e per impostazione. La Croce è un'esperienza da vivere e da valorizzare,
ed è molto bello vedere che tanta gente comune vi prende convintamente parte.
Adinolfi viene accusato di essere troppo filo cattolico. Addirittura Il Giornale lo ha definito
ultra-cattolico. Vi riconoscete in una definizione di questo tipo?
Affibbiare etichette simili, per le quali ci si guarda bene dal precisarne il significato, sembra essere
diventato uno sport nazionale in certe redazioni. La Croce è un giornale di cristiani – lo ha detto
Adinolfi nell'editoriale del primo numero – ma, ripeto, i temi trattati riguardano proprio tutti, a prescindere dalla fede religiosa.
Secondo qualcuno, ruberà qualche lettore al quotidiano Il Foglio, che su alcune battaglie
dava garanzie al lettore attento ai temi della famiglia e della vita. Adinolfi parte però da una
posizione politico culturale di riferimento alquanto diversa da quella del Foglio, non trovi?
Sì, ed è proprio questo il vero valore aggiunto. È la dimostrazione che se ci si pone umilmente e
coraggiosamente di fronte alle questioni fondamentali della vita le posizioni politiche e culturali
passano in secondo piano.
Potrebbe esserci secondo te effettivamente una concorrenza sul target lettori dovuta al fatto
che La Croce sembra un quotidiano semplice e comprensibile a tutti senza le finezze a volte
fin troppo ricercate del quotidiano di Giuliano Ferrara?
Gli stili dei due giornali sono molto diversi, così come diversa è la loro storia. Ma non è il caso di
fare dei confronti: La Croce vuole arrivare a tutti e raccontare, attraverso testimonianze reali, quali
sono i falsi miti di progresso e come essi ci riguardino direttamente, nel quotidiano.
Pensi che nella nostra città ci siano spazi di dialogo sui temi della famiglia con le istituzioni?
Gli spazi di dialogo si dovranno per forza di cose trovare, sono le sfide attuali che lo impongono.
Naturalmente la nostra azione si farà sentire anche su questo versante.
Adinolfi sembra un tipo molto battagliero anche perché su questi temi abbiamo visto che è
difficile avere un tono dialogante dati i pregiudizi ormai radicati nei più. Anche il vostro
circolo assumerà un atteggiamento combattivo?
Assolutamente. Saremo pacati e rispettosi ma altrettanto decisi e diretti nel parlare della realtà delle
cose. La verità va comunicata nel modo giusto, ma non si può parafrasare.
La nascita di un circolo che rappresenta una delle novità più interessanti per la nostra città e dintorni non poteva che suscitare apprezzamento e desiderio di incontrarne i protagonisti.
A Ferrara è dunque attivo un circolo Voglio La Mamma. Quando è nato precisamente?
Il 18 maggio 2014, una domenica, durante la tappa ferrarese del tour di Mario Adinolfi. All'epoca il
tour di Voglio la Mamma era appena partito e tutti gli eventi avevano una dimensione, per così dire,
'familiare'. Da allora, però, l'interesse nei confronti del libro è cresciuto sempre di più e oggi Voglio
la Mamma è una realtà in continua espansione su tutto il territorio nazionale.
Quali scopi si prefigge e attraverso quali strumenti?
La nostra azione si svolge sul piano culturale. Vogliamo essere costantemente vigili contro i falsi
miti di progresso. Vogliamo difendere la vita umana dalle minacce di una mentalità, sempre più
diffusa, che considera le persone come cose, inoltre saremo al fianco delle mamme e dei papà
giustamente preoccupati per l'ideologia del gender che sempre più spesso trova spazio nelle scuole
frequentate dai loro figli.
Sbaglia però chi pensa che il nostro obiettivo sia solo quello di giocare in difesa. Vogliamo infatti
raccontare la bellezza e il coraggio del fare famiglia e del prendersi cura della vita umana,
specialmente nei momenti più critici e delicati. Non vogliamo essere una semplice realtà 'di
denuncia', vogliamo sentirci popolo. Su questo punto Adinolfi è stato molto chiaro durante il suo
tour 2014, e ha più volte ripetuto che “i nostri avversari sono club, noi invece siamo popolo”. È qui
che sta la nostra forza.
Mario Adinolfi alla presentazione di Voglio La Mamma a Ferrara nel Maggio scorso. La foto è presa dal profilo facebook del Circolo Voglio La Mamma di Ferrara |
Avete eventi in programma a breve?
Animare il dibattito sui temi fondamentali – nascere, amare e morire - è il nostro obiettivo primario.
Lo faremo anche tramite presentazioni di libri e incontri pubblici. Il primo appuntamento è in
programma per il mese di marzo, quando Mario Adinolfi tornerà a Ferrara per una tappa del suo nuovo tour.
Qual è il vostro pubblico di riferimento?
Se i temi fondamentali sono nascere, amare e morire è evidente che si tratta di realtà che toccano la
vita di tutte le persone, nessuna esclusa. Il nostro popolo è costituito da tutti coloro che hanno a
cuore la difesa della vita e della dignità umana e della famiglia naturale.
L'uscita del quotidiano La Croce è un evento importante. A molti sembra un gesto spericolato.
C'è ottimismo sulla riuscita dell'impresa?
È senza dubbio una scelta molto coraggiosa, viste le condizioni dell'attuale panorama editoriale
italiano. I primi riscontri dalle edicole del Paese sono però molto incoraggianti. È un giornale
schietto, diretto e 'scomodo', a cominciare dal nome. Non esistono al momento in Italia dei giornali
paragonabili per contenuti e per impostazione. La Croce è un'esperienza da vivere e da valorizzare,
ed è molto bello vedere che tanta gente comune vi prende convintamente parte.
Adinolfi viene accusato di essere troppo filo cattolico. Addirittura Il Giornale lo ha definito
ultra-cattolico. Vi riconoscete in una definizione di questo tipo?
Affibbiare etichette simili, per le quali ci si guarda bene dal precisarne il significato, sembra essere
diventato uno sport nazionale in certe redazioni. La Croce è un giornale di cristiani – lo ha detto
Adinolfi nell'editoriale del primo numero – ma, ripeto, i temi trattati riguardano proprio tutti, a prescindere dalla fede religiosa.
Secondo qualcuno, ruberà qualche lettore al quotidiano Il Foglio, che su alcune battaglie
dava garanzie al lettore attento ai temi della famiglia e della vita. Adinolfi parte però da una
posizione politico culturale di riferimento alquanto diversa da quella del Foglio, non trovi?
Sì, ed è proprio questo il vero valore aggiunto. È la dimostrazione che se ci si pone umilmente e
coraggiosamente di fronte alle questioni fondamentali della vita le posizioni politiche e culturali
passano in secondo piano.
Potrebbe esserci secondo te effettivamente una concorrenza sul target lettori dovuta al fatto
che La Croce sembra un quotidiano semplice e comprensibile a tutti senza le finezze a volte
fin troppo ricercate del quotidiano di Giuliano Ferrara?
Gli stili dei due giornali sono molto diversi, così come diversa è la loro storia. Ma non è il caso di
fare dei confronti: La Croce vuole arrivare a tutti e raccontare, attraverso testimonianze reali, quali
sono i falsi miti di progresso e come essi ci riguardino direttamente, nel quotidiano.
Pensi che nella nostra città ci siano spazi di dialogo sui temi della famiglia con le istituzioni?
Gli spazi di dialogo si dovranno per forza di cose trovare, sono le sfide attuali che lo impongono.
Naturalmente la nostra azione si farà sentire anche su questo versante.
Adinolfi sembra un tipo molto battagliero anche perché su questi temi abbiamo visto che è
difficile avere un tono dialogante dati i pregiudizi ormai radicati nei più. Anche il vostro
circolo assumerà un atteggiamento combattivo?
Assolutamente. Saremo pacati e rispettosi ma altrettanto decisi e diretti nel parlare della realtà delle
cose. La verità va comunicata nel modo giusto, ma non si può parafrasare.
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