giovedì 19 giugno 2008

Strane “coincidenze”?

In Croazia negli ultimi anni sono contemporaneamente diminuiti aborti (di quasi dieci volte) e suicidi (leggi ad esempio qui). Un caso? Leggi che cosa succede a Bridgend, Galles. Un caso? Oppure è un'ulteriore conferma che "Morte chiama morte, vita chiama vita" ? Io a dire il vero ho un po' rabbrividito a leggere questi due articoli, che ripropongo qui di seguito, "apparentemente" non collegati tra loro...
Essi confidano nella loro forza, si vantano della loro grande ricchezza (...)
Il sepolcro sarà loro casa per sempre, loro dimora per tutte le generazioni, eppure hanno dato il loro nome alla terra.
Ma l'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono.
Questa è la sorte di chi confida in se stesso, l'avvenire di chi si compiace nelle sue parole.
Come pecore sono avviati agli inferi, sarà loro pastore la morte; scenderanno a precipizio nel sepolcro, svanirà ogni loro parvenza: gli inferi saranno la loro dimora (...)
Nella sua vita si diceva fortunato: «Ti loderanno, perché ti sei procurato del bene».
Andrà con la generazione dei suoi padri che non vedranno mai più la luce.
L'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono.
(Salmo 48,7.12-15.19-21)

Galles, pillola del giorno dopo per le dodicenni 
Le autorità sanitarie danno il via alla distribuzione gratuita in dieci farmacie Galles, pillola del giorno dopo per le dodicenni

LONDRA - La pillola del giorno dopo distribuita gratis a bambine al di sotto dei 12 anni. Succede a Bridgend, cittadina del sud del Galles che detiene il primato europeo di gravidanze e aborti di minorenni. Qui dieci farmacie hanno iniziato a distribuire gratuitamente e senza il consenso dei genitori la pillola del giorno dopo a ragazzine minori di 12 anni. «Il provvedimento - ha spiegato al quotidiano The Independent Hugh Thomas, responsabile della sanità di Bridgend e promotore del progetto - è stato preso al fine di abbassare il numero di gravidanze e aborti tra i teenager». Non è stato fissato alcun limite di età, come impone invece la legislazione nazionale che prevede un minimo di 16 anni. Né alcuna autorizzazione particolare: il farmacista è tenuto solo a verificare che la ragazzina sappia a cosa serve il prodotto che sta richiedendo. Con l' abbassamento progressivo dell' età della pubertà - dicono i medici - è possibile che anche bambine di nove o dieci anni possano essere coinvolte. La dottoressa Rosemary Fox dice: «Non c' è nessuna prova che queste pillole siano dannose per le ragazzine, né che la loro disponibilità possa aumentare il "sesso facile" tra i teenager». La Gran Bretagna ha il più alto tasso di gravidanze di minori d' Europa: il doppio di quello tedesco, sei volte quello olandese. In Galles, il 44% delle ragazze incinte sotto i 16 anni ricorre all' aborto. Dall' Italia, il ginecologo Alessandro Di Gregorio, torinese, tra i pionieri dell' inseminazione artificiale, si dice d' accordo con la scelta dei medici di Bridgend. «È una decisione giusta - afferma Di Gregorio -. Se si vogliono risolvere certi problemi, bisogna affrontarli con provvedimenti che, a prima vista, sembrano contrari al senso comune. Se si tratta di una ragazzina che è già sviluppata, la pillola del giorno dopo non crea alcun problema al suo fisico, perché oggi la concentrazione di ormoni presenti in tali farmaci è molto più bassa che in passato». «Al contrario - continua Di Gregorio - un aborto in età così giovane potrebbe pregiudicare la fertilità futura della ragazza».

(dal Corriere della Sera del 16 febbraio 2001)

Bridgend, il paese del mistero* dove i giovani muoiono suicidi
La polizia nega un collegamento tra i vari episodi. "E' un meccanismo"
di MARCO GRASSO

BRIDGEND (Galles) - Questo paese di 40mila abitanti non si distingue da tanti altri posti nel Galles. Poco sole, tanta pioggia, il tempo che sembra non passare mai. Il suo nome era sconosciuto ai più fino a quel terribile giorno del gennaio 2007. Da allora, da quando il primo ragazzo si è tolto la vita, il nome di Bridgend evoca un male oscuro. Qualcuno l'ha soprannominata "Death Town", la città dei morti.
In diciotto mesi, ventidue ragazzi tra i 15 e i 27 anni si sono tolti la vita. Uno dietro l'altro. Tutti impiccati. Legati da un filo oscuro che, oggi si dice, forse hanno voluto vedere solo i media. Molti di loro si conoscevano. Erano in contatto attraverso i social network, come Bebo o Facebook. Per questo in un primo momento, sono stati in molti, polizia compresa, a credere che ci fosse sotto qualcosa.
"Si sono dati appuntamento", si diceva, "hanno stipulato un patto segreto via internet", forse in cerca di una macabra celebrità. Ma quando i riscontri non sono arrivati, si è cominciato a puntare il dito sui giornali, che avrebbero montato il caso e creato un fenomeno di emulazione. Una popolarità testimoniata anche da una definizione ad hoc su Wikipedia, "i suicidi di Bridgend". Oggi, le forze dell'ordine e le famiglie chiedono di smetterla con questa storia: non c'è nulla dietro, "lasciate al nostro dolore noi e la nostra comunità".
Sono così tanti che anche i quotidiani hanno perso il conto. Ventuno secondo alcuni, ventitré secondo altri. Le cifre sono falsate appunto dalla ricostruzione - dalla costruzione - del fenomeno. Molti non hanno tenuto conto, per esempio, dell'unico ragazzo che non era amico né parente di nessuno degli altri, Anthony Martin, 19 anni, impiccatosi nella sua camera da letto nell'aprile del 2007.
Al numero massimo si arriva se si considera tutta la contea, 130mila abitanti in tutto per un raggio di 15 miglia. O se si esce di un minimo dall'età, come nel caso di Carwyn Jones, barista di 28 anni, nella vicina città di Bettws. Lo hanno trovato lunedì scorso, appeso a un albero. Alla vigilia del funerale del suo amico Neil Owen, 26, che aveva fatto la stessa fine pochi giorni prima. Entrambi erano cresciuti nella stessa via, insieme a Sean Rees, 19, morto appena otto settimane prima.
Una commissione ha cercato di appurare se i media abbiano compiuto degli abusi, ma la conclusione è stata negativa, forse autoassolutoria. Ci si chiedeva se, inseguendo una notizia che forse non c'era, non fosse stato creato un fenomeno conosciuto fin dall'Ottocento come "Effetto Werther", in riferimento al romanzo di Goethe, cui seguì un grande numero di suicidi tra i giovani europei.
Nel 1844, Amariah Brigham, fondatore della rivista "American Journal of Insanity", scriveva: "Che i suicidi siano pericolosamente frequenti nel nostro paese è evidente. Come misura di prevenzione, suggeriamo alle testate di non pubblicare i dettagli di tali avvenimenti. Non c'è nulla di scientificamente meglio dimostrato del fatto che il suicidio è spesso portato a compimento per effetto dell'imitazione. Un semplice paragrafo di cronaca giornalistica può suggerire il gesto a una ventina di persone".
Ai giornalisti che passano da quelle parti, tutti sembrano fare la stessa domanda: cosa cercate ancora qui? Tutti si conoscono nei piccoli paesi. La maggior parte dei giovani partecipa ai social network. Il tasso di suicidi giovanili del Galles è molto più alto della media del Regno Unito. E a Bridgend, una piccola comunità che come tante altre ha affrontato la chiusura delle miniere negli anni Ottanta come un dramma collettivo, questo numero è più alto ancora della media del Galles: 43 su 100mila ogni anno (a fronte del 19,3, dato gallese del 2006).
La risposta che si trova è forse ancora più spaventosa. La sussurra una diciassettenne, abbassando gli occhi, ma senza sembrare troppo turbata dalle sue parole: "Secondo me si sono ammazzati perché qui non c'è niente da fare".
(da Repubblica del 19 giugno 2008)

* ma è proprio un mistero?