domenica 27 novembre 2016

Cristo Re della Misericordia

Mercoledì 30 novembre alle ore 21 avrà luogo la conferenza di Marco Invernizzi "Cristo Re della Misericordia - Uno sguardo alla missione della Chiesa a conclusione dell'Anno Santo".
Appuntamento al Cinema Teatro Santo Spirito.


lunedì 14 novembre 2016

Anche a Ferrara il Pdf mette le radici


Lo scorso 1 novembre, alla presenza del responsabile regionale Mirko de Carli è stato fondato il circolo ferrarese de "il popolo della Famiglia", che ha eletto Alberto Pinamonti come coordinatore delle proprie attività. "C'è bisogno di fatti per le famiglie ferraresi", ha commentato Pinamonti, "specie in una città con il peggiore tasso demografico della regione; la famiglia e la persona umana devono tornare al centro dell'attenzione politica non come fattori da manipolare, ma come valori fondamentali per il futuro della nostra comunità cittadina e della nostra nazione".
Family Day 2016: Circo Massimo




Family Day 2015: Piazza San GIovanni

sabato 12 novembre 2016

Dove va il Popolo della Famiglia

M.De Carli, responsabile Pdf Emilia Romagna
Una festa di partito. In Italia non siamo più abituati a vederne, visto che sono progressivamente scomparse, man mano che ci siamo allontanati dagli anni della prima Repubblica. Quella dell’Unità, l’unica rimasta, sopravvive unicamente come kermesse commerciale, rivolta a un pubblico di consumatori più che di militanti. Eppure, il Popolo della Famiglia, nuova formazione politica nata dall'esperienza dei Family Day contro le Unioni Civili, il prossimo 20 novembre a Bologna celebrerà la sua prima festa nazionale.
Secondo la tradizione dei partiti di una volta, la intitolerà al suo quotidiano on-line. Dunque, la prima Festa Nazionale de “La Croce”, vedrà assieme agli interventi dei segretari nazionali del partito, Mario Adinolfi e Gianfranco Amato, anche la presenza di spettacoli, incontri culturali, e forse anche piccoli stand ricreativi e librari. E’ il ritorno di una partecipazione popolare alla politica che, in questi tempi di rabbia anti-casta, sembrava perduta. Ne parliamo con Mirko De Carli, organizzatore della festa e responsabile emiliano-romagnolo del Popolo della Famiglia.


Volete tornare alla prima Repubblica, per nostalgia delle antiche Feste dell'Amicizia?

Direi proprio di no. La nostra formazione, benché di dichiarata ispirazione cristiana, meno di ogni altra può essere considerata postdemocristiana. Ancor meno siamo rivolti al passato. Se riproponiamo il ricordo delle antiche feste di partito è perché - se c'è qualcosa da rimpiangere di esse - è la loro natura tutto sommato autenticamente popolare. La nostra festa di Bologna, infatti, mostrerà lo spirito di un popolo unito nella sua identità politica e culturale. Ci ritroveremo per celebrare la contentezza di essere una comunità in cammino. Vogliamo vivere insieme valori autentici, secondo lo spirito di una festa.

Dunque accettate di definirvi cattolici, ma rifiutate l'etichetta di partito postdemocristiano. Qual è pertanto l'ispirazione politica del Popolo della Famiglia?

Non siamo un partito confessionale, nonostante quello che dicono di noi. Anzi, l'esperienza delle nostre prime elezioni amministrative ha visto schierarsi dalla nostra parte, con una collaborazione disinteressata e fattiva, molte persone e gruppi che cattolici di certo non sono. La famiglia e la sua disgregazione - con il conseguente crollo demografico, per non parlare del dilagare dell’impoverimento collettivo e della violenza che nascono dal divorzio di massa - sono il principale problema della nostra società. Lo sfrenato individualismo che nega il valore sociale della famiglia ha minato le basi stesse della socialità, del vivere civile. Non solo i cattolici se ne stanno accorgendo. Nei confronti della gerarchia ecclesiastica, poi, non manchiamo di rimarcare sempre la nostra indipendenza. I fatti di queste ultime settimane ci aiutano.

Immagino si riferisca alla vicenda di Radio Maria, e alla dura reprimenda della Segreteria di Stato rispetto alle affermazioni attribuite a padre Cavalcoli sui castighi divini. Qual è la vostra posizione al riguardo?

Non nascondiamo che abbiamo vissuto quanto accaduto come una bruttissima vicenda. Abbiamo visto una parte della Chiesa italiana schierarsi senza prudenza né carità, anzi apparentemente con una certa brutalità machiavellica, contro chi ha difeso dei principi che appartengono alla cultura cristiana.
È stato un attacco sgradevole, nei confronti di un’emittente che infastidisce le logiche del mondo, proprio perché raccoglie grandissimi ascolti popolari. Popolo contro élites: è la linea di frattura in atto nella politica, non solo italiana. Noi, esattamente come Radio Maria, con il nostro impegno politico stiamo cercando di dare voce a un popolo. Abbiamo la stessa impostazione, quindi abbiamo subito espresso solidarietà a padre Livio.


Vi considerate un partito di opinione? Nonostante invochiate di essere un popolo, per ora avete trovato consenso solo in una minoranza molto ristretta.

Per essere nati da pochissimo tempo, e senza l’appoggio dei media né di grandi capitali, avere subito messo insieme circa l’1% alla prima elezione amministrativa, si può considerare un successo. Più che un partito di opinione, siamo un partito con delle opinioni. Non soltanto sui grandi principi, ma anche sulle questioni concrete della politica sul territorio. Lo dimostra l'avvio di “giunte ombra”, secondo la tradizione anglosassone, nei principali comuni dove siamo all'opposizione. In questo modo proponiamo una politica che entra nel merito delle questioni, che offre risposte dettagliate e competenti, e non si limita ad urlare. Tanta gente oggi comincia a stancarsi del qualunquismo e della retorica anti-casta, e quindi ci manifesta una simpatia crescente.

Ritenete dunque che il consenso per il Popolo della Famiglia sia molto più alto di quello che appare?

Noi osserviamo la realtà. Abbiamo un nostro giudizio su quello che accade che non è basato unicamente su pregiudizi, né tantomeno sulla rabbia di chi rifiuta la politica, considerandola irrimediabilmente corrotta e lontana dalla gente. Ciò non toglie che siamo contenti di vedere come, nonostante lo schieramento imponente di tutto l'establishment - come si dice oggi -  contro i nostri principi e valori, continua ad esistere un popolo che non accetta questa visione della politica. Un popolo che si ribella a scelte tecnocratiche, dove non contano le radici delle persone e la loro dimensione familiare e comunitaria, bensì solo gli individui e le esigenze della produzione e del consumo.

Parliamo della situazione politica globale. Dite di essere contrari al qualunquismo, ma abbiamo visto che la vittoria di Donald Trump è stata da voi salutata con un certo favore.

Proprio questo è quello che ci distingue, anche rispetto ad alcuni cattolici che si dicono “impegnati”, ma che più che qualunquisti finiscono per essere conformisti. Anzi, conformati alle logiche mondane e laiciste. Noi siamo dalla parte dei principi della dottrina sociale della Chiesa, e lo siamo senza paura. Non abbiamo nessun timore di difendere questi principi, anche quando vanno contro la mentalità del secolo, alla quale hanno aderito anche molti sedicenti cattolici. Quando perciò vediamo un popolo, come successo negli Usa, che si ribella al conformismo, alle tecnocrazie e ai diktat del pensiero unico secolarista, non possiamo che esultare. Certo, abbiamo idee spesso diverse, non possiamo definirci in senso stretto degli alleati di un personaggio come Donald Trump. Però apparteniamo a quello stesso popolo, che negli Usa come nel resto dell’Occidente ha lanciato un grido di dolore, per essere stato sostanzialmente dimenticato. La crisi economica si è intrecciata con l'affermarsi di una cattiva globalizzazione. E’ destinato tuttavia ad amare sorprese chi ci ritiene gente istintiva, ignorante e che ragiona solo “di pancia”. Le paure che ci vengono attribuite, semmai sono proprio di quei politici che non sanno offrire più risposte alla problemi della politica attuale. Sono loro ad avere paura dei problemi che non sanno affrontare e quindi preferiscono nascondersi dietro slogan, su temi come l’immigrazione, la trasformazione dell’economia e il crollo demografico.

Siete pertanto contrari alla globalizzazione? Vorreste anche voi alzare muri contro l’immigrazione, nonostante i richiami del Papa?

Noi siamo dalla parte del nostro popolo. Non di un’idea astratta di popolo, né tantomeno dei “poveri” intesi come categoria sociologica che poi non è facile delimitare, e quindi rimane sullo sfondo come un’astrazione. Siamo dalla parte della gente comune, del ceto impoverito dalla crisi economica e morale dell’Occidente. Questo nostro popolo non è ignorante come si vuole pensare, e non ragiona unicamente per interessi egoistici. Esiste una oligarchia della cultura, della comunicazione e pure della politica, che finora si è illusa che il popolo italiano avrebbe continuato a seguirli, scambiando per buona politica i loro pregiudizi, e rifugiandosi nella arroganza e nella presunzione. I fatti li costringeranno a rendersi conto che contro di loro, non solo in Italia, sta nascendo un movimento autenticamente popolare e democratico. Noi non costruiamo muri, né siamo contrari all’accoglienza in linea di principio, ma sappiamo che solo un popolo consapevole di se stesso, che abbia ritrovato il senso dell’essere comunità, potrà offrire a chi preme alle porte un’integrazione che non sia solo un’ammucchiata. E’ quello che la sinistra, anche ecclesiastica, continua a non capire. Ma noi abbiamo le idee chiare e diamo appuntamento a Bologna per sentirne parlare.