giovedì 5 dicembre 2013

Ven 6 Dic 0re 21.00: diretta web con Padre Gheddo, introdotto da don Stefano Zanella


Ore 21:Padre Gheddo,  "Con Papa Francesco la missione rinnova la Chiesa"



Link diretto al canale

Introduce Don Stefano Zanella, assistente Azione Cattolica di Ferrara
Dal Teatro Cinema di Santo Spirito di  Ferrara

martedì 3 dicembre 2013

Conferenza di Padre Gheddo in diretta Web



Conferenza di Padre Gheddo , Ven 6 Dicembre ore 21, Cinema Santo Spirito, Ferrara

Con Papa Francesco la missione rinnova la Chiesa

Introduce don Stefano Zanella, assistente Azione Cattolica di Ferrara


Diretta web su www.amicideltimoneferrara.it

domenica 3 novembre 2013

La sfida Educativa: fatica e possibilità. Venerdì 8 novembre



Il secondo appuntamento delle conferenze “Amici del Timone”, al cinema di Santo Spirito, venerdì 8 novembre 2013 alle ore 21, per riflettere sulla sfida educativa nella prospettiva della nuova evangelizzazione
A chi interessa avere una scolaresca attenta, disciplinata e preparata? Agli insegnanti, ovviamente. E ai genitori, per non avere troppe note da firmare e snervanti ramanzine da propinare ai figli. Forse persino un po’ ai ragazzi stessi, così da ottenere a scuola quelle gratificazioni che sostengono l’autostima.
Ecco, se il problema educativo si riduce alle convenienze delle parti in gioco, il massimo ottenibile è un compromesso al ribasso: poche cose esigite, lezioni “leggere”, voti generosi, istituto scolastico pieno di iscritti. Tutti contenti e ignoranti. O, peggio, nessuno davvero contento e un mondo intero in balia di ogni “vento di dottrina”. Perché senza un serio, faticoso, appassionato lavoro educativo le nuove generazioni sono incapaci di elaborare giudizi razionali e perciò impediti di costruire un umano pieno, ovvero una società adatta al bene.
Educare è profondamente diverso da fornire istruzioni per l’uso, da elencare nozioni, persino da proporre categorie moraliste; l’educazione ha a che vedere con la profondità dell’essere ed è possibile solo nella umile accettazione delle realtà umane, spirituali e materiali. Per questo è così difficile e così appassionante.
È una preside di liceo, Laura Boccenti Invernizzi, l’ospite della conferenza organizzata dagli “Amici del Timone”, in collaborazione con Alleanza Cattolica, Rinnovamento nello Spirito Santo e la Parrocchia di Santo Spirito, che si terrà venerdì 8 novembre alle ore 21 al cinema di via della Resistenza 7.
Madre di quattro figli e docente di filosofia, da molti anni ha anche ideato e realizzato una “scuola di filosofia”, con studenti non più assillati dai risultati scolastici ma solo autenticamente interessati a impegnare la propria ragione nella ricerca della sapienza, uomini e donne, professionisti e casalinghe.
A lei, che da mamma e nonna ha esperienza della sfida della trasmissione dell’identità familiare, che da docente ben conosce la fatica e la gioia di insegnare il bello, il vero e il buono, e che da credente ha da sempre accolto generosamente la missione della nuova evangelizzazione, a lei chiederemo di aiutarci a comprendere che il nuovo nome del perenne annuncio cristiano è misericordia ed educazione.













sabato 19 ottobre 2013

La croce e il compasso: il video


Prima parte: Introduzione, saluti delle Associazioni, Introvigne


Video streaming by Ustream
Seconda parte: Invernizzi, Cerreli



Video streaming by Ustream

Diretta Web dalle ore 11.00:La Croce e il Compasso


Diretta Web dalle ore 11.00
Introvigne, Invernizzi, Cerrelli, Mons. Negri : Convegno Nazionale
di Alleanza Cattolica sulla Massoneria




Link diretto al canaleil programma:









martedì 15 ottobre 2013

Diretta Web con Introvigne, Invernizzi,Cerrelli e mons. Negri sulla massoneria

Convegno nazionale di Alleanza Cattolica a Ferrara
 «La Croce e il Compasso. A trent'anni dalla dichiarazione vaticana sulla massoneria» 
  Sabato 19 ottobre ore 11-12,30 e 14,30-18 
Casa mons. Ruggero Bovelli, via Montebello 8, Ferrara. 
 I
Inizio dei lavori: ore 10,30 - 

Saluti dei rappresentanti delle associazioni che hanno aderito (Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, Centro Giovanni Paolo II, Rinnovamento nello Spirito Santo, Amici del Timone). 

Intervento di Massimo Introvigne: «Che cos'è la massoneria. Il problema delle origini e le origini del problema» 

 Pausa pranzo 

 Ripresa dei lavori: ore 14,30 - Intervento di Marco Invernizzi: «Massoneria e società segrete nel Risorgimento italiano» - 

Intervento di Giancarlo Cerrelli: «Le tappe magisteriali e la portata giuridica della "Dichiarazione sulla massoneria" del 1983»

 Pausa caffé 

 ore 17,00 - Mons. Luigi Negri: «Rapporto Chiesa e massoneria. Fondamenti teologici e indicazioni pastorali».

 La conclusione è prevista per le ore 18.

venerdì 4 ottobre 2013

Diretta Web ore 21: Alessandro Pagano, in prima linea contro la legge sull'omofobia.


Protagonista della lotta alla legge sulla omofobia, questa sera l'On. Alessandro Pagano parlerà in diretta web su questo sito dal Teatro di Santo Spirito di Ferrara dalle ore 21.00.



Link diretto al canale

domenica 29 settembre 2013

Conferenza in diretta web: on. Alessandro Pagano ven 4 ottobre ore 21.00

Venerdì 4 ottobre presso il Cinema Teatro Santo Spirito, a Ferrara, ore 21.00, conferenza in diretta web dell'On. Alessandro Pagano. Non mancate!

sabato 28 settembre 2013

8° GIORNO DEL TIMONE DELL'EMILIA ROMAGNA

8° GIORNO DEL TIMONE DELL'EMILIA ROMAGNA
Vittorio Messori, Mons. Camillo Ruini
sabato 28 settembre 2013
Programma:
ore 11 - S. Messa (celebrante S.E. Card. Camillo Ruini)
ore 15 - Conferenza "Bernadette non ci ha ingannati" (relatore: Vittorio Messori)
ore 16 - Premio "Fides et Ratio" (S.E. Card. Camillo Ruini)
Centro Famiglia di Nazareth - Strada Formigina, 319 - Modena

martedì 17 settembre 2013

Papa Francesco "for dummies"


Papa Francesco e il linguaggio del Credente




Come si legge su l’homepage del periodico il Timone, la nostra carta di identità si risolve tutta in una parola, in una pregnante, decisiva qualifica: cattolici. Cattolici senza aggettivi, cattolici e basta; uomini e donne ai quali è stata donata la Fede, innamorati di Dio e membra vive della Chiesa, figli della Vergine Madre, fedeli al Santo Padre e ai suoi insegnamenti per poi cercare di essere testimoni del Vangelo sino agli orizzonti estremi del mondo.
Ma come essere missionari nella Chiesa? Come parlare al mondo? E’ una domanda che dovrebbe essere frequente nella vita di ogni cristiano e che dovrebbe rinnovarsi continuamente. Ma come fare? Papa Francesco, basandosi sul fondamento della Parola, propone la via maestra per vivere la nuova Evangelizzazione: la via della magnanimità nell’umiltà. I contorni di questo modo d’essere «missionari nella Chiesa» sono stati tratteggiati costantemente da Papa Francesco durante le ormai consuete celebrazioni della messa nella cappella della Domus Sanctae Marthae e durante i discorsi alla GMG di Rio. Pertanto di seguito e sottoforma di Flashback e Take Home riportiamo la parti più salienti delle meditazioni del Santo Padre per gustarne la bellezza e delineare un cammino ideale di perfezionamento dei nostri cuori.


·        Come vorrei una Chiesa umile e coraggiosa in ascolto dello Spirito Santo. Una Chiesa che esce da se stessa per andare nelle periferie del mondo. Una Chiesa che è madre, non baby sitter, che costruisce ponti e non muri. Una Chiesa dalle porte aperte, che è comunità di amore non una Ong.  

·        Il cristiano non deve essere come i soldati che quando vincono la battaglia fanno piazza pulita, di tutto». Il cristiano predica, annuncia il Vangelo con la sua testimonianza più che con le parole.

·        Riscoprire la “grammatica della semplicità”.



·        Un’altra lezione che la Chiesa deve ricordare sempre è che non può allontanarsi dalla semplicità, altrimenti disimpara il linguaggio del Mistero e resta fuori dalla porta del Mistero, e, ovviamente, non riesce ad entrare in coloro che pretendono dalla Chiesa quello che non possono darsi da sé, cioè Dio”.



·        Spogliarsi degli orpelli esteriori, dei sofismi espressivi, perché il vestito di Dio, la lingua di Dio, è la semplicità.

·        Ma come posso fare questo? «Noi, con il nostro sforzo, non possiamo farlo. Soltanto una grazia può farlo in noi. Il nostro sforzo aiuterà; è necessario ma non sufficiente».

·        La mitezza, l’umiltà, la bontà, la tenerezza, la mansuetudine, la magnanimità sono tutte virtù che servono per seguire la strada indicata da Cristo. Riceverle è «una grazia. Una grazia che viene dalla contemplazione di Gesù». Dunque per essere buoni cristiani è necessario contemplare sempre l’umanità di Gesù e l’umanità sofferente. Per rendere testimonianza? Contempla Gesù. Per perdonare? Contempla Gesù sofferente. Per non odiare il prossimo? Contempla Gesù sofferente. Per non chiacchierare contro il prossimo? Contempla Gesù sofferente. Non c’è altra strada»



·        Siamo tentati di voler costruire una Chiesa a nostra misura. La strada di Gesù non è quella delle ideologie e dei moralismi che falsificano il Vangelo

·        Tutte le volte che «giudichiamo i nostri fratelli» e «quando ne parliamo di que­sto con gli altri siamo cristiani omicidi». Se parli male del fratello, uccidi il fratello. E noi, ogni volta che lo facciamo, i­mitiamo quel gesto di Caino, il primo omici­da della storia». Le chiacchiere vanno sempre sulla «dimensio­ne della criminalità, non ci sono chiacchiere innocenti». La lingua serve per lodare Dio e invece, «quando la usiamo per parlare male del fratello o della sorella, la usiamo per uccidere Dio», «l’immagine di Dio nel fratello».

·        Per questa ragione, si de­ve chiedere per noi e per tutta la Chiesa la gra­zia «della conversione dalla criminalità delle chiacchiere all’amore, all’umiltà, alla mitezza, alla mansuetudine, alla magnanimità dell’a­more verso il prossimo».


·        L’insulto è un modo per sminuire l’altro. Infatti «non c’è bisogno di andare dallo psicologo per sapere che quando uno sminuisce l’altro è perché non può crescere, ha bisogno che l’altro vada più in basso per sentirsi qualcuno.



·        Non parlate male degli altri, non sminuitevi, non squalificatevi. In fondo tutti stiamo procedendo per lo stesso cammino».

·        Chiedere al Signore la grazia per tutti di «stare attenti un po’ di più alla lingua riguardo a quello che diciamo degli altri».

·        Chiedete al Signore la grazia di «conformare la nostra vita a questa nuova legge, che è la legge della mansuetudine, legge dell’amore, legge della pace», cominciando a «potare un pochino la nostra lingua, a potare un pochino i commenti che facciamo sugli altri o le esplosioni che ci portano all’insulto, alla collera facile».



La semplicità di queste parole semplici riscalda i nostri cuori e rinvigorisce il nostro Spirito. E vogliamo concludere questa raccolta di meditazioni con una frase del Papa Emerito Benedetto XVI pronunciata recentemente nella Messa celebrata nella cappella del Governatorato in Vaticano per i suoi Ex allievi che esprime l’intensa comunione con Papa Francesco e ci fa gustare quanto siano misteriose le vie dello Spirito e della Provvidenza:  Noi ci troviamo sulla via di Cristo, sulla giusta via se in Sua vece e come Lui proviamo a diventare persone che “scendono” per entrare nella vera grandezza, nella grandezza di Dio che è la grandezza dell’amore
 Gli Amici del Timone di Ferrara

venerdì 9 agosto 2013

Il dovere di demolire la legge sull'omofobia



Riflessioni intorno all’omosessualità e all’omofobia.
Papa Francesco con continuità amorevole e perseveranza paterna chiede «il coraggio di andare controcorrente» e di riproporre con umiltà ma con l’autorevolezza di chi ha fede in Cristo quelle verità che il mondo non vuole sentire. Il Santo Padre, parlando anche di temi politici, denuncia la separazione della politica dalla morale, rivendicando la libertà della Chiesa di annunciare la sua dottrina morale e sociale. La Chiesa ha il diritto legittimo di operare in carità nello “spazio pubblico” che non è quello “politico”. 

In questa cornice ogni cattolico ha il dovere di inquadrare ogni dibattito politico con forte ricaduta sociale, ogni cattolico di retta ragione e coscienza formata non può in alcun modo prescindere dai principi non negoziabili che nostra Madre Chiesa valorizza alla luce di Dio nel suo magistero pontificio. E allora come disporci dinanzi alle derive moderniste di molti Stati Laici? In particolare come leggere l’azione parlamentare che in questi giorni vuole portare alla luce una legge contro l’omofobia?Uomini di ragione hanno già scritto tutto per demolire l’impianto ideologico di tale legge e sui rischi che produrrebbe sulla libertà di espressione e di religione. Si assisterebbe senza nessuna sfumatura all’introduzione del reato di opinione che, come bene ha imparato il nostro paese nel secolo scorso, non è certamente la bandiera degli stati democratici. Il nostro vescovo monsignor Luigi Negri senza mezzi termini ha parlato di “tendenza totalitaria” che per gli effetti imprevedibili nella dimensione sociale può rivelarsi un boomerang anche per quelle categorie che ora stanno promuovendo questo “nuovo Stato Etico”.
E’ evidente che nessuno, come ha ribadito anche Papa Francesco, può giudicare il cuore del fratello che avverte un’attrazione verso persone del medesimo sesso. La Santa Madre Chiesa, e con lei tutto il fronte cattolico fedele al magistero pontificio, è disposta amorevolmente verso tutti gli omosessuali. Ma cosa radicalmente diversa è la volontà di voler costruire ed erigere un diritto a favore di un comportamento in netta antitesi al diritto naturale. In quest’ottica si prescinde dalle valutazioni di fede che comunque per ogni credente impreziosiscono l’atto di gratuito accoglimento dell’ordine naturale che Dio Padre per Amore ha voluto. Quanto accade disegna una strategia di attacco al creato e alla creatura fatta a Sua immagine e somiglianza: l’uomo.

Oggi il termine "Laicità" è diventato lo scudo di una certa "cultura" che vorrebbe mettere la religione e le sue tradizioni da una parte e il vivere democratico e civile dall'altra. Ma è questa la laicità? Si rivendica una libertà di coscienza del cittadino, che deve sentirsi a suo agio in uno stato che non impone alcuna visione religiosa, non avalla alcuna regola morale, prende le distanze da tradizioni e costumi religiosi, quasi che la cultura di un popolo non ne fosse profondamente e immancabilmente intrisa. Un padre della moderna sociologia, Emile Durkheim, scriveva: "Non esiste una società conosciuta, senza religione. La religione ha dato tutto ciò che è essenziale allo sviluppo della società". Un vero laico non è, quindi, un oppositore della religione, né si sente minacciato dalla naturale ed inevitabile religiosità del suo popolo. La vera laicità non è opposta alla cultura religiosa. Uno stato laico deve tenere conto della sua tradizione religiosa. Non potrebbe fare altrimenti. Della cultura religiosa è pieno il suo tessuto sociale e storico. Chiariamo un malinteso. Stato laico non vuol dire stato ateo e nemmeno stato antireligioso. Distingue semplicemente potere politico da autorità religiosa. Ma è profondamente radicato nella cultura religiosa che sostiene il suo tessuto sociale. Le sue tradizioni e la sua storia insomma. Nessuno stato al mondo è laicista. Alcuni governi sì, ma nessun popolo. Ancora il Santo Padre afferma con forza che dalla tradizione nazionale deriva una responsabilità sociale, che «richiede un certo tipo di paradigma culturale e, conseguentemente, di politica», che siano «ferme sui valori etici» e attente alle esigenze drammatiche dei più poveri. Una vera classe politica si fa guidare dalla «responsabilità e dall’interesse per il bene comune». Senza mai dimenticare che in politica «chi agisce responsabilmente colloca la propria azione davanti ai diritti degli altri e davanti al giudizio di Dio. Questo senso etico appare oggi come una sfida storica senza precedenti».

Ma andiamo al nocciolo della questione. L’accusa di omofobia è un giochino astuto: zittisci subito l’interlocutore, facendolo passare per intollerante, e qualsivoglia argomento passa in secondo piano. Una strategia dialettica assai efficace. Si riprende in parte l’atteggiamento ipocrita del simbolo della crociata laica: Voltaire. E’ celebre l’aforisma voltairiano, poi diventato il luogo comune del pigro conformista ma in fondo in fondo intollerante: «Non sono d’accordo con quello che dici ma sono pronto a dare la vita perché tu possa dirlo». Certa storiografia selettiva dimentica però, pur di incensarlo per gli ideali di tolleranza e civiltà, che tale frase non è stata concepita da Voltaire ma dalla scrittrice inglese Hall in una biografia del filosofo-letterato francese; con maggiore dolo non si evidenzia che neanche era il pensiero di Voltaire: «Écrasez l’infâme!», ovvero «Schiacciate l’infame» recitava l’illuminato, un “gentilismo” che riservava a chi aveva convinzione opposte alle sue, con un riferimento diretto al cristianesimo.

Alcune semplici considerazioni per evidenziare il carattere esclusivamente ideologico della pretestuosa legge anti discriminazione degli omosessuali.
E’ davvero un’emergenza sociale quella delle discriminazioni contro gli omosessuali? I dati dell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori non mettono in evidenza una situazione tale da giustificare un’allarmismo omofobo. Inoltre non si capirebbe perché si dovrebbe privilegiare questa categoria rispetto ad altre ugualmente discriminate. Non dimentichiamo, inoltre che si minerebbe il principio costituzionale di uguaglianza sancito dall’art. 3: se come prescrive la norma “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, la ragione per cui le persone omosessuali debbano beneficiare di un diverso trattamento più “favorevole” è di mero carattere ideologico. Probabilmente introducendo un’aggravante generale per tutti i reati legati all’odio e alla discriminazione si avrebbe la certezza di includere tutte le categorie oggetto di discriminazione. E’ evidente che la partita si gioca sul sofisma della discriminazione.
Non occorre sfoderare tutta la letteratura medico-scientifica per scardinare l’impianto epistemologico dell’”ideologia del gender”. Il buon senso basta per comprendere che l’identità sessuale non può essere svincolata dal sesso biologico, rendendola una realtà soggettiva, di scelta. Eppure una rivoluzione antropologica si sta attuando: un neoumanesimo completamente autonomo dalla dimensione del trascendente. La negazione delle polarità sessuali purtroppo genera crisi identitarie gravi: la realtà è confusa con l’immaginazione e niente verrà più concepito come stabile. L’incertezza cronica è poi la madre di comportamenti violenti. Purtroppo abbiamo costruito una società che cresce figli smidollati, dei molluschi, che se inclini ad una personalità orgogliosa diventano probabili omicidi, se inclini all’umile introversione probabili depressi. Incapaci di ogni presa di responsabilità dinanzi alle scelte importanti e decisive nella vita di ogni uomo. In questa dimensione del provvisorio e del relativo tuonano le parole di Papa Francesco:  «Siate rivoluzionari, fate scelte definitive».
Infine non si può stigmatizzare l’iter legislativo con il quale si vuole giungere alla promulgazione della legge, “cavallo di Troia” per poi, in seconda battuta, rimuovere ogni impedimento al matrimonio omosessuale. Una dinamica perversa che ha come fine ultimo quello di scardinare il matrimonio naturale tra un uomo ed una donna. Senza alcuna remora si è attivata una procedura d’urgenza che vìola i basamenti della nostra costituzione: attualmente il diritto italiano prevede la diversità dei sessi dei coniugi come presupposto indispensabile per l’istituto del matrimonio civile e solo tale forma di unione deve essere tutelata ed avere rilevanza giuridica. Sono gli elementi essenziali del cosiddetto “ordine pubblico” dello stato che implica l’illegittimità dei matrimoni contratti da soggetti non distinti sessualmente. Non dimentichiamo che l’articolo 29 della nostra Costituzione tutela la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio e per società naturale si intende senza alcun dubbio quella derivante dal matrimonio tra un uomo e una donna. La famiglia contemplata dalla norma ha dei diritti originari e preesistenti allo stato che il legislatore può solo riconoscere. Il precetto costituzionale non è superabile per via ermeneutica con una semplice lettura culturale o ideologica del sistema. I nostri padri costituenti, in linea con il patrimonio giuridico bimillenario ereditato dallo jus civile, hanno voluto dare solo al matrimonio naturale la valenza di istituto giuridico perché la famiglia da esso derivante è la cellula fondamentale che garantisce mediante un patto davanti a tutta la società due cose: la stabilità e la procreazione, perché da sempre la procreazione è un fatto sociale. L’unione di un uomo e una donna è un bene per la società. E tale opportunità sociale del matrimonio è riconosciuta anche da grande parte degli omosessuali che però vengono resi invisibili all’opinione pubblica perché non conformati al pensiero dominante omosessualista. Senza considerare che per quella fetta minoritaria che promuove i matrimoni omosessuali, laddove tale istituto è concesso, una percentuale ancora minore decide effettivamente di sposarsi.
In questa prospettiva giuridica, per replicare a chi sostiene che l’”amore” basta a giustificare il riconoscimento dell’istituto giuridico, si comprende come tale sentimento, per quanto nobile, non ha nulla a che fare con il codice civile; questa ermeneutica estensiva non solo è superficialmente pretestuosa ma anche pericolosa perché può essere utilizzata contro tutte le norme che regolano il matrimonio e per tutte le categorie di “innamorati”:se un uomo ama due o più donne si sosterrà che il divieto di poligamia è discriminatorio, se un fratello ama la sorella medesima cosa si può affermare per chi osteggia l’incesto. Ribadiamo il concetto: la nostra Costituzione all’art. 29 sancisce che la Repubblica «riconosce», e non “definisce”, i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Opinare il contrario significherebbe consentire ad un’assemblea legislativa la possibilità di stabilire attraverso disposizioni normative la natura stessa dell’istituto matrimoniale. Con il “molto opinabile” criterio dell’orientamento sessuale e dell’affetto nulla vieterebbe di ritenere legittimo non solo il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma anche quello tra una donna e due uomini, tra due uomini e due donne, tra due uomini e quattro donne, o perché escludere il matrimonio tra una donna e il proprio cane, visto che la zoofilia rappresenta, in effetti, un riconosciuto orientamento sessuale. Si comprende che si aprirebbero scenari inquietanti, qualora dovesse cadere anche il tabù della pedofilia (il 2 aprile 2013 in Olanda la Corte d’appello di Arnhem-Loivarnten ha stabilito che non può essere sciolto il gruppo Stitching Martijn che propone la liberalizzazione dei contatti sessuali tra adulti e minori) e dell’incesto (al Senato della Repubblica italiana il 14 ottobre 2008 è stato depositato il disegno di legge S. 1155 avente per oggetto l’abrogazione del reato di incesto e dei reati contro la morale familiare, a firma dei senatori radicali Donatella Poretti e Massimo Perduca). A proposito di orientamenti sessuali, occorre aggiungere in questa panoramica anche l’oggettofilia: è noto il caso di Eija-Riitta Berliner-Mauer la donna svedese di Liden, fisicamente e sessualmente attratta dagli oggetti, che si innamorò del Muro di Berlino, pretendendo di sposarlo. All’epoca non fu presa molto sul serio, ma se passasse il principio, oggi recepito anche dalla Corte Suprema americana, che il matrimonio può essere definito per legge, il futuro potrebbe davvero riservare delle sorprese inimmaginabili.
La nuova evangelizzazione promossa dal vicario di Cristo passa anche su questi temi: «Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?»  (Luca - 18, 8).

sabato 27 luglio 2013

Noi stiamo con don Stefano. E Il Carlino oggi ci dà voce (e sta con noi)

Del caso ha già scritto ampiamente il sito nocristianofobia.
Ecco il nostro intervento pubblicato oggi dal Carlino e nei giorni scorsi da Estense.com.
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Lo scrittore dissidente Aleksandr Solzenicyn sosteneva che la menzogna non può perdurare senza allearsi con la violenza.

E' quello che sta accadendo in questi giorni, con varie personalità pro-gay impegnate ad attaccare il cappellano dell'ospedale, reo di avere fatto il proprio mestiere, cioè avere messo in guardia dalle conseguenze che la erigenda legge sull'omofobia comporterà per chi non si adeguerà al nuovo, orwelliano pensiero unico.




Prendendo, ad esempio, il Canada, un paese in cui la legge anti-omofobia è in vigore da un decennio, si notano soprusi di ogni tipo, così sintetizzati:

- chiunque si discosta dalla nuova ortodossia è considerato affetto da fanatismo e ostilità nei confronti di chi ha tendenze omosessuali;

- a chi non vuole celebrare omomatrimoni vengono richieste le dimissioni;

- arrestati sacerdoti e laici per avere spiegato perché il matrimonio eterosessuale è alla base dello sviluppo della società;

- multe e persecuzioni solo per aver espresso perplessità inviando lettere ai giornali;

- vescovo denunciato due volte per lettera pastorale sulla famiglia;

- problemi finanziari affrontati da chi ha dovuto rispondere alle querele;

- provvedimenti disciplinari contro insegnanti se solo pronunciano una frase contro il matrimonio omosessuale, anche al di fuori dell'istituto;

- ai genitori non è concesso il diritto di veto sui programmi con quelle tematiche;

- le scuole private, anche quelle cattoliche, sono obbligate ad accettare al loro interno clubs per i diritti omosex, quelle pubbliche non ospitano organizzazioni che non concordano sul codice di comportamento della nuova ortodossia.

( Fonte: Prof. Bradley Miller, Princeton University e Western University, Ontario).

Vogliamo anche ricordare quello che sta accadendo in Francia, in Gran Bretagna?

Comunque ci risentiremo tra un po', quando compariranno i primi problemi per coloro che hanno anche solo osato criticare o indicare come contronatura le unioni omo, per non parlare del sostegno al diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà, come natura e ragione vogliono.

Che dire? Semplicemente questo: è iniziata la dittatura gay.




Giulio Melloni

Centro culturale " Amici del Timone ".

mercoledì 24 luglio 2013

Wake up !!!! Legge sulla omofobia in arrivo....


A giorni arriverà anche in Italia la legge sull'omofobia, che imbavaglia chiunque voglia criticare il matrimonio gay. Ma siamo circondati.
La Corte Suprema Usa, ha recentemente definito incostituzionale il Defence Marriage Act, la legge federale secondo cui il matrimonio è solo tra uomo e donna, in quanto secondo i giudici violerebbe il quinto emendamento sulla difesa delle libertà individuali
Esulta il presidente Usa, Barack Obama, che parla di “passo storico verso l’uguaglianza”, “una vittoria per la comunità gay e per la democrazia americana". Esultano anche in Italia i soliti corifei dei “politically correct”
In un bel editoriale di Francesco D’Agostino apparso su Avvenire lo scorso 19 luglio intitolato “Non basta dire «no» alle nozze gay serve un vero «sì» al matrimonio” si sottolinea come sia veramente arrivato il momento di chiamare a raccolta cattolici e laici 'eticamente e socialmente sensibili' per­ché si cominci a difendere realmente e non più solo virtualmente o privatamente il matrimonio “senza se e senza ma” perché solo nell’unione uomo/donna vi è quella forza gene­rativa verso il domani con le sue benefiche  ricadute  sociali e istanze antropologiche più profonde.
Per questo motivo, noi con le nostre famiglie fondate sul matrimonio e formate da un papà (uomo), una mamma (donna) e da i nostri figli vogliamo esprimere la gioia di essere famiglia nella maniera "più tradizionale possibile”. 
La Dottrina della Chiesa Cattolica a riguardo dice: “. Un uomo e una donna uniti in matrimonio formano insieme con i loro figli una famiglia. Questa istituzione precede qualsiasi riconoscimento da parte della pubblica autorità (Catechismo della Chiesa Cattolica)







queste sono famiglie……….e convinceteci del contrario!!


Amici del Timone di Ferrara
e
Gruppo Giovani Famiglie,  Parrocchia S. Spirito, Ferrara

lunedì 15 luglio 2013

Negri e la Movida: storia di uno scontro vinto dal Vescovo contro ogni speranza


Forse sono questi i momenti in cui si può dire che un Vescovo entra in città: dai giovani universitari ai politici, dai pensionati che leggono il Carlino e la Nuova agli internettiani di Estense.com e ai frequentatori dei bar: per 10 giorni l'attenzione è stata puntata sulle dichiarazioni di L.Negri sul degrado del centro cittadino in occasione del settimanale ritrovo del mercoledì sera  di centinaia di frequentatori degli happy hour nei bar antistanti lo storico Duomo ferrarese.
A scatenare il putiferio è stata una lunga intervista del 28 Giugno al settimanale diocesano La Voce, in cui l'Arcivescovo commenta i suoi 100 giorni a Ferrara, e il cui tema principale è la necessità di un nuova evangelizzazione a partire dalle parrocchie.

 In un passaggio infatti se la prende con gli adulti e le istituzioni che  " consentono a migliaia di giovani di bruciare la loro vita, quasi tutte le notti, in enormi sbronze di alcool e droga. Non consentirò più che la Piazza della Cattedrale possa servire a queste vicende che sono postribolo a cielo aperto".   Si riferisce ai bar accanto il Duomo e agli assembramenti di folla del mercoledì sera.
I quotidiani locali hanno colto l'opportunità dello scoop e hanno messo la questione in prima pagina scatenando ovviamente una prevedibile, secondo la sensibilità contemporanea, ondata di sdegno: "Il Vescovo deve dialogare con i giovani", "La piazza non è un postribolo" ,  con levata di scudi degli amministratori comunali a partire dal Sindaco (ovviamente cattolico) Tagliani "Il Vescovo ha usato una espressione infelice" . Il mercoledì successivo però Negri esplicita il concetto dicendo in una intervista informale al Resto del Carlino di aver personalmente colto giovani a fare sesso  a tarda notte nel sagrato del Duomo e di star pensando ad una eventuale recinzione.

 Apriti cielo: l'assessore (ovviamente cattolico) ai Lavori Pubblici Modonesi si affretta a trovare clausole urbanistiche e catastali per scongiurare eventuali cancelli, i politici e i commentatori locali intervengono quasi tutti contro l'oscurantismo della Curia. Si distingue il politico  Mauro Malaguti con una lettera ai quotidiani in cui difende il Vescovo, ma con lui stanno, oltre a noi Amici del Timone con le parole di Giulio Melloni pubblicate dai quotidiani, tantissimi  privati cittadini ,alcuni che si dicono esplicitamente di sinistra ma d'accordo con Negri sul punto del disordine, e specialmente i  residenti che dicono che si, il Vescovo ha ragione: il centro cittadino ha raggiunto livelli di inciviltà mai visti. Interviene Vittorio Sgarbi, ferrarese, in difesa di Negri, in una intervista dice che il Duomo è un monumento storico e non va insozzato. Mentre gli amministratori di sinistra cominciano a vedere che la piazza poi non è così distante dalla Curia su questo tema, mentre la Nuova Ferrara pubblica una inchiesta tra i giovani che, partita in tono come per  ridicolizzare le parole di un Vescovo retrogrado alla fine pubblica affermazioni secondo cui  effettivamente qualcuno che usa le scale del Duomo in modo improprio ad una certa ora, bhè, è vero, c'è.. , mentre anche il Sindaco afferma alla festa del PD che è vero, Ferrara non è un postribolo ma sicuramente è un letamaio, mentre si sta realizzando un clamoroso successo di opinione verso il Vescovo ecco che accadono due sgambetti. Il primo, clamoroso, presso la parrocchia di Santa Francesca Romana durante una conferenza di Venerdì 5 Luglio dove due noti intellettuali cattolici ferraresi si esprimono nettamente contro il Vescovo cogliendo l'occasione presentata dalla polemica in corso, contrapponendo Papa Francesco sia a Benedetto XVI che al Vescovo di Ferrara. Il secondo ad opera dei giovani di centrodestra universitari, tra cui qualcuno che si definisce ovviamente cattolico praticante, che organizzano un Postribolo Night per mercoledì 10 Luglio chiamando a raccolta più di 400 giovani via Facebook per ironizzare contro Negri. Si uniscono a loro quelli del flash mob Il Bottiglione, già protagonisti di eventi analoghi. Per prenderlo in giro.
Tensione, cosa succederà,  povera Chiesa, cosa faranno, sono troppi da fermare.... Ma Negri reagisce.Lunedì 8 Luglio alla presentazione del libro di Tornielli su Papa Francesco  in una affollatissima serata al Lido degli Estensi Monsignor Negri si dichiara rammaricato della conferenza a Santa Francesca Romana e auspica che fatti analoghi non accadano più: contribuiscono in modo offensivo a gettare una immagine falsata tra i credenti del proprio pastore e non aiutano a comprendere nè il papato attuale nè quello passato. Poi arriva il pericoloso mercoledì del Postribolo Night. Ma accade l'imprevedibile e fortunatamente è ancora una vittoria per Luigi Negri: le forze dell'ordine in piazza garantiscono che non succeda niente di grave, ma sopratutto, i locali sono CHIUSI PER PROTESTA contro LA MALA MOVIDA, cioè i gestori sono i primi a dire che sono STANCHI  degli ubriachi e dell'urina sui muri e del sesso di qualcuno a cielo aperto per cui CHIUDONO PER PROTESTA CONTRO I GIOVANI. Più di così...se lo dicono loro...insomma, Negri aveva ragione. La città lo ha conosciuto ed il sigillo finale ad una battaglia vinta che sembrava dover essere un ennesimo tiro al piccione per la povera chiesa cattolica è il risultato del sondaggio organizzato dalla Nuova Ferrara, sulla opportunità di recintare il Duomo, i cui risultati sono stati resi noti oggi: la maggioranza dei votanti sta col Vescovo e si dice d'accordo.

Qui accanto il titolo in prima pagina de La Nuova Ferrara, quotidiano del gruppo La Repubblica- Espresso, in cui si sancisce il risultato del referendum a favore del Vescovo. Sotto il dettaglio dei partecipanti e dei risultati. Considerando il bacino di utenza del giornale, il risultato è storico.

domenica 14 luglio 2013

Fermiamo la legge “anti omofobia”


In Parlamento è in fase di discussione un disegno di legge cosiddetta “anti omofobia”. In realtà la legge mira non tanto a proteggere le persone omosessuali, già tutelate dalla legge così come ogni altro cittadino italiano, ma a mettere un bavaglio a chi non si allinei alla “teoria di gender”. Insomma, si vuole tappar la bocca a chi, nonostante le mode, continua ancora a credere, ad esempio, che la famiglia “tradizionale” sia quella naturalmente deputata a generare, educare e crescere i figli.
Alfredo Mantovano ha sintetizzato in un articolo le possibilità di liberticidio aperte dal varo di una tale legge, e vi invitiamo a leggere le sue considerazioni a questo link.
Per aderire alla petizione online organizzata dalla Bussola Quotidiana contro questa legge, seguite invece questo link. Grazie.

sabato 6 luglio 2013

Negri e la movida ferrarese: anche La Nuova Ferrara pubblica l'intervento degli Amici del Timone in difesa del Vescovo

Continua ad imperversare tutti i giorni su tutti i giornali ferraresi la questione sul degrado del Centro Storico sollevata da Luigi Negri con l'ipotesi di transennare il Duomo, il cui sagrato, spazio sacro, dopo una certa ora viene usato per ogni tipo di sfogo e libertà. Anche giovani di destra attaccano il Pastore della diocesi di Ferrara. Oggi  il quotidiano La Nuova Ferrara dà voce all'intervento degli Amici del Timone che si sono nettamente schierati a difesa del coraggioso ArciVescovo.

giovedì 4 luglio 2013

In difesa del nostro Vescovo

"Per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno"
Questo  proverbio, ancora presente sul muro di qualche vecchio bar,fotografa 
bene le conseguenze del caos in piazza duomo ma in modo rovesciato. Infatti 
dovrebbe suonare così:" per colpa di molti ci rimetteranno tutti." Come non 
essere d' accordo?
E' sufficiente recarsi in piazza nottetempo per vedere quanto siano vere 
queste parole, pochi si comportano decentemente,molti in modo quantomeno 
discutibile.
Bisogna ammettere pero' che almeno un merito questi ragazzi lo hanno: fare 
toccare con mano la cosidetta "emergenza educativa".
Basta aguzzare lo sguardo e tendere l' orecchio, cosa che sorprendentemente, 
ma non tanto, i nostri amministratori non fanno; dicono di non rilevare 
nulla.
Consoliamoci,non rilevavano neppure gli spacciatori stazionanti sotto il 
grattacielo.
Ben venga,dunque, il nostro vescovo Luigi Negri, che cerca di spingere 
questi signori ad atteggiamenti piu' sani e rispettosi di sè stessi e del prossimo, 
i politici che si ritengono cattolici ad agire conformamente agli 
insegnamenti del Vangelo, senza indulgere ,o peggio, farsi complici, con lo sfacelo 
morale che e' sotto gli occhi di  tutti.
Una nota pratica: un assessore non vede degrado. Se sentisse, in un impeto 
di curiosità per il bene di tutti, il bisogno di accertarsi veramente della 
realtà delle cose, potrebbe organizzare giretti periodici con Carabinieri muniti di 
cani antidroga ; vedrà i ragazzetti schizzare fuori dalla piazza come rane 
da uno stagno.
Dobbiamo ricordare che almeno quattro gestori di locali, più uno ai lidi, 
sono stati arrestati per spaccio di droga?
Veramente vogliamo lasciare i ragazzi in balia di certa gente?


>Centro culturale "Amici del Timone"

giovedì 20 giugno 2013

Gli schiavi del XXI secolo: Cina e India espropriano le terre dei contadini africani con il Land Grabbing


Il Land Grabbing


Gli “Schiavi del XXI° secolo” hanno a che fare anche con  il fenomeno del “Land Grabbing”, realtà dai più poco conosciuta ma che sta causando grandi sofferenze a migliaia e migliaia di persone….ovviamente povere. La scarsa conoscenza su questo fenomeno deriva probabilmente dal fatto di essere designato con un “inglesismo” che contribuisce a renderlo un concetto tecnico ed estraneo.

 Letteralmente land grabbing significa “accaparramento delle terre” ossia quando una larga porzione di terra considerata “inutilizzata” è venduta a terzi, aziende o governi di altri paesi senza il consenso delle comunità che ci abitano o che la utilizzano, spesso da anni, per coltivare e produrre il loro cibo. Uno scandalo che esiste da molti anni, ma che dallo  scoppio della crisi finanziaria è cresciuto enormemente, spingendo nella fame migliaia di contadini del Sud del mondo. Dal 2008, cioè dallo scoppio della crisi finanziaria, il fenomeno del land grabbing è cresciuto del 1000%  ed partito in primis per iniziativa della Daewoo, multinazionale sudcoreana, che in Madagascar era riuscita ad ottenere, in comodato gratuito per 99 anni, un'estensione di terra grande come il Belgio. Il motivo: garantire alla Corea del Sud la fornitura di cibo in vista di un futuro incerto. In seguito vari altri paesi come l’India, Cina, Arabia Saudita, Qatar hanno seguito l'esempio garantendosi terre soprattutto in Africa, ma anche nel Sud Est asiatico (Cambogia, Laos, Filippine, Pakistan, Indonesia) per la produzione di derrate agricole destinate ai propri paesi, sia per motivi alimentari che per la produzione di bio-etanolo.




Terreni che prima davano cibo e rifugio a molti sono recintati e rimangono inutilizzati. Il settanta per cento di acquisizioni di terre attualmente avviene nell’Africa Sub-Sahariana. E proprio in Africa, più che in ogni altro continente, i paesi stranieri possono approfittare di governi poveri e corrotti, che in cambio di denaro, tecnologie e infrastrutture, non esitano a vendere il loro bene più prezioso, che è da solo ricchezza e disgrazia del continente: la terra.

Per “acquisizione” si intende il fatto che le terre vengono concesse in locazione per lunghi periodi o addirittura cedute, letteralmente vendute. Ad esempio in Africa il prezzo di acquisto o di affitto a lungo termine (il contratto, rinnovabile, va da 50 a 99 anni) per un ettaro di terreno varia da 2 a 10 dollari. Il sistema di gestione della terra è basato su regole informali e tradizionali, riconosciute localmente ma non dagli accordi internazionali, e senza alcuna certezza dei diritti fondiari; nessun contadino africano può imporsi e provare a possedere un terreno. Più del 90% della terra non è legalmente regolamentata, il diritto di proprietà riguarda dal 2 al 10% delle terre. Quasi il 50% dei contadini coltiva meno di un ettaro di terra e quasi il 25% ha accesso ad un appezzamento più piccolo di un decimo di ettaro.


 Il report “Secure Land Rights for All” realizzato dal programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani (United Nations Human Settlements Programme Un-Habitat) e dal Network Global Land Tool, stima che 5 milioni di persone ogni anno subisce espropri di terra; connesso a questo c’è ovviamente il diritto di proprietà, di avere una propria casa, una propria terra coltivabile, e indirettamente i diritti di residenza, di accesso alle risorse naturali, alla sussistenza, al lavoro, alla libertà di movimento. Il caso più eclatante è quello della Cina che, sotto la pressione di una crescita demografica che non sembra arrestarsi, è alla ricerca sfrenata di risorse alimentari e minerarie che le permettano il mantenimento del suo odierno trend di crescita economica; la Cina ha così iniziato la sua ricerca di terre e risorse: il boom di acquisti è avvenuto ovviamente in Africa: 2.800.000 ettari in Congo, 2.000.000 di ettari in Zambia, 10.000 in Camerun, 4.046 in Uganda e solo 300 ettari (ma siamo all’inizio) in Tanzania.

Accanto alla Cina c’è un altro grande bisognoso di terra: l’India. 50.000 ettari in Laos, 69.000 in Indonesia, 10.000 in Paraguay, 10.000 in Uruguay, ben 614.000 ettari in Argentina, 370.000 ettari in Etiopia, 232.000 ettari in Madagascar e 289.000 ettari in Malesia. Quali i risultati di questo accapparamento famelico? Beh è facile intuirli…Le comunità locali sono scacciate dalle terre che davano loro da mangiare da generazioni, private dei loro mezzi di sussistenza, le famiglie di contadini sono costrette all’esilio forzato. Le coltivazioni su grossa scala hanno bisogno di poca mano d’opera e così solo pochi di loro trovano un lavoro, per un salario da fame che non basta a sfamare la loro famiglia. Chi è riuscito a conservare le proprie terre non se la passa meglio: i corsi d’acqua sono prosciugati a causa degli enormi bisogni d’irrigazione delle grande coltivazioni, oppure inquinati dall’uso eccessivo di fertilizzanti e pesticidi.

Nei paesi in cui l’insicurezza alimentare è una costante preoccupazione, l’esportazione di derrate alimentari verso l’estero aggrava ancor più la penuria di cibo e fa aumentare i prezzi. Le famiglie, già private della terra che li nutre, finiscono sempre più nella precarietà. Non a caso l’aumento di fame e povertà nei paesi in via di sviluppo coincide con gli appetiti finanziari ed espansionistici dei paesi promotori di questo neocolonialismo moderno.

Tutto questo tuttavia non ci deve lasciare indifferenti ed inerti. Ma come fare..?.  Il Santo Padre in questi ultimi tempi ci invita ripetutamente ad un ripensamento delle soluzioni politiche ed economiche in particolare ci sollecita a ripensare alla solidarietà non come mera assistenza, ma come sovrana forma di partecipazione di tutti e di ciascuno alla promozione dei beni comuni. Beni che non si risolvono in una qualsiasi funzione di utilità/felicità collettiva, ma nell’impegno personale a perseguire la «via istituzionale della carità». Quindi come dice Papa Francesco è importante restituire alla nozione di «solidarietà» la dovuta «cittadinanza sociale», assumendola non come un di più da elargire con compassionevole generosità, quanto piuttosto di interpretarla e di implementarla per via istituzionale come “via maestra” dell’azione di governo. 

E se ci pensiamo bene l’unico modo per bloccare il land grabbing, è implementare il suo opposto ossia la solidarietà (quella evangelica) che per definizione non accaparra ma distribuisce. Ed è sempre il Santo Padre che con la Parola di Dio ci indica la Via da seguire come ci ha insegnato nella stupenda riflessione che ha tenuto il giorno della Solennità del Corpus Domini commentando il brano del Vangelo sulla Moltiplicazione dei pani e dei pesci

Il Papa infatti  ricorda come “Gesù invita gli stessi discepoli a sfamare la moltitudine ma di fronte alla necessità della folla, ecco la soluzione dei discepoli: ognuno pensi a se stesso; congedare la folla! . Ma la soluzione di Gesù va in un’altra direzione, una direzione che sorprende i discepoli: «Voi stessi date loro da mangiare». La risposta sta nell’invito di Gesù ai discepoli «Voi stessi date…», “dare”, condividere. Che cosa condividono i discepoli? Quel poco che hanno: cinque pani e due pesci. Ma sono proprio quei pani e quei pesci che nelle mani del Signore sfamano tutta la folla. E sono proprio i discepoli smarriti di fronte all’incapacità dei loro mezzi, alla povertà di quello che possono mettere a disposizione, a far accomodare la gente e a distribuire – fidandosi della parola di Gesù - i pani e pesci che sfamano la folla. E questo ci dice che nella Chiesa, ma anche nella società, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è “solidarietà”, saper mettere, cioè, a disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacità, perché solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda, porterà frutto”.
Crediamo che solo in questo modo e nel pensiero evangelico sia possibile ridisegnare l’idea di  «potere» e di «denaro», relativizzandoli, desacralizzandoli e rendendoli funzionali alla soluzione dei problemi dell’uomo. In questa prospettiva, la solidarietà diventa la prima virtù del vivere in società e il timone per una società più giusta.

Gli Amici del Timone di Ferrara


Bibliografia


  1. Daewoo Madagascar chez le President Ravalomanana, Madagascar Tribune, 31 ottobre 2008, in http://www.madagascar-tribune.com/Daewoo-Madagascar-chez-le,9707.html
  2. Song Jung-a, Christian Oliver, Tom Burgis, "Daewoo to cultivate Madagascar land for free”, Financial Times, 19 Novembre 2008
  3. Park S., Daewoo Logistics Says Farm Deal May Cost 6$ billion, Bloomberg.com, 20 novembre 2008, in http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601116&sid=a1anvJxPYq20&refer=africa

4.      Rapporto “Land grab or development opportunity?Agricultural investment and international land deals in Africa” di FAO, IFAD e IIED
  1. Dati: IFAD - Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo dell’ONU
6.      Food Crisis and the Global Land Grab: www.farmlandgrab.org
7.      Rapporto 2010 “Land grab in Africa-Emerging land system drivers in a teleconnected world” del GLP (Global Land Project)
8.      Rapporto “Secure Land Rights for All” del Un-Habitat delle Nazioni Unite e del Network Global Land Tool
9.     Li Ping, Hopes and strains in China’s overseas farming investments, Economic Observer, Pechino, 3 luglio 2008 (http://tinyurl.com).