martedì 6 maggio 2014

“Libero pensiero” e “Gnosi” in una loggia massonica di Ferrara


P. Paolo M. Siano
                                                               
Libero pensiero” e “Gnosi” in una loggia massonica di Ferrara

Parte 1

L’anno scorso la loggia massonica “Giordano Bruno” di Ferrara (all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani [GOI]) ha celebrato il suo quarantennale di fondazione (1973-2013). Per il suo compleanno la loggia bruniana è uscita “allo scoperto” organizzando alcuni convegni cittadini aperti al pubblico profano[1]. Tra i relatori troviamo nomi di massoni illustri, come l’allora Gran Maestro del GOI, Gustavo Raffi, e il direttore della rivista del GOI (Hiram), l’orientalista Antonio Panaino. Da quanto appurato, le iniziative “exoteriche” della loggia ferrarese si sono limitate agli aspetti exoterici (o esteriori) della Massoneria (ovvero il suo ruolo nella società: Massoneria & Costituzione, Massoneria & tolleranza religiosa...) e a ribadire la tesi massonica della presunta compatibilità tra Loggia e Chiesa.
Dinanzi a tali iniziative “exoteriche”, ritengo invece più proficuo scandagliare gli aspetti profondi, iniziatici ed esoterici del mondo massonico (ritualità, simbolismo, pensiero, esoterismo). È lì il “cuore” o “DNA” della Massoneria dal quale risulta evidentissima l’incompatibilità tra Chiesa e Loggia. Sotto questo aspetto, la Loggia “Giordano Bruno” ha comunque reso un ottimo servizio ai profani (cioè ai non-massoni), mettendo a disposizione sul suo website vari articoli in cui si può percepire il “sentire” iniziatico ed esoterico della e nella Massoneria.
Tra la Loggia “Giordano Bruno” e il sottoscritto c’è stata in passato una piccola “schermaglia”. In un precedente articolo ho infatti evidenziato come dal website “bruniano” si evincano: simpatia per il Satana di Carducci e per Caino il gran ribelle. Con garbo e delicatezza i massoni “bruniani” mi hanno benevolmente rimproverato di essere “taxilliano” e di riesumare Leo Taxil  ecc... [2] In realtà, “taxillate” a parte, sono proprio loro, i massoni, a dimostrare che, sotto sotto, Taxil aveva un pò ragione...
Non voglio riprendere vecchie polemiche. Desidero soltanto esporre, con linearità scientifica, alcuni testi (in gergo massonico: “tavole”) online di quella Loggia e offrire ai lettori alcuni elementi di ulteriore approfondimento sulla “cultura” di ambienti iniziatici e/o esoterici del mondo massonico.  

1. Simpatie (tra gnosi & razionalismo) verso il “Satana” di Giosué Carducci.
Nel 1863, ad appena un anno dalla sua iniziazione massonica, Giosué Carducci (che nel 1888 giungerà al 33° ed ultimo grado del Rito Scozzese Antico e Accettato - RSAA) scrive l’Inno a Satana che ritroviamo sul website della Loggia “Giordano Bruno”.  La Loggia bruniana spiega che quell’inno non è sulfureo o demoniaco perché, in fondo, il Satana carducciano non sarebbe altro che la riabilitazione e l’esaltazione del dio sensuale Pan, delle forze della natura, della religiosità naturale, ingiustamente  condannate dal cristianesimo dogmatico...[3]
Eppure le parole hanno il loro senso e quell’inno carducciano si apre con versi di carattere, inequivocabilmente, ontologico e gnostico. Infatti, Satana è definito principio immenso dell’essere, materia e spirito, ragione e senso (sensi, sensualità)! Altro che simbolo razional-sensuale!  Ecco i versi di apertura :  «A te, de l’essere / Principio immenso / Materia e spirito/ Ragione e senso; [...]». E poco oltre: «A te disfrenasi / Il verso ardito, / Te invoco, o Satana, Re del convito».
2. Simpatie gnostiche verso Caino, Lucifero e l’Eva ribelle
Sul website della “Giordano Bruno” vi sono anche “tavole” del Capitolo (ossia, la Loggia del 18° grado RSAA) ferrarese  intitolato a “Felice Foresti”. Un certo A.·.Mu.·. (forse lo stesso «A:.Mu:.», che in qualche altra “tavola” si firma col suo grado massonico: «30.·.» o «30°») scrive su L’Anima Ribelle della Massoneria. Riporto un brano molto importante (neretto nostro):

«Nelle formulazioni più antiche si imponeva ai fratelli liberi muratori di essere sudditi fedeli e di buoni costumi, ma si afferma anche il principio che se un fratello si fosse ribellato all’Ordine Costituito, per ragioni dettate dalla sua buona coscienza, avrebbe dovuto astenersi dal frequentare la loggia, ma non avrebbe mai perso la sua qualificazione di iniziato. Insomma anche la Massoneria più antica ed ortodossa non ripudiava fino in fondo i propri fratelli più ribelli. Anche perché forse avrebbe significato sconfessare anche il proprio atavico patrimonio genetico: i massoni, infatti, si ritengono discendenti da un grande ribelle biblico, Caino, il primo fondatore di città; mentre un’altra corrente di pensiero interna alla massoneria fa risalire il proprio percorso sapienziale addirittura alla propria Grande Madre Eva, il primo essere, donna, a venire iniziato alla Conoscenza tramite la sua trasgressione: la prima ribellione del genere umano»[4].


In un’altra “tavola”, A:.Mu:. rimprovera al Cristianesimo di aver rifiutato il «Femminino»:         
«La Chiesa Cattolica continua a proporre come modello di santità un figlio celibe ed una vergine madre [ndr: A:.Mu:. si riferisce a Cristo e a Maria, di cui, in pratica, nega la verginità]. In duemila anni questo ha significato la sistematica svalutazione della relazione coniugale e carnale fra due persone. La perdita del Femminino ha così avuto un impatto disastroso e destabilizzante nella nostra cultura»[5].
A:.Mu:. è convinto che il Femminino (o Femminile) è in Dio... Inoltre, A:.Mu:. nega il celibato (e la verginità) di Gesù... A:.Mu:. fa capire che in Massoneria trovano rifugio le idee gnostiche... A:.Mu:. si sforza di “riabilitare” il termine “Lucifero” citando Eliphas Levi (ex suddiacono cattolico, poi socialista, massone, occultista):
            «Scriveva però Eliphas Levi: “Nulla è più assurdo dell’attribuzione del nome di Lucifero al Diavolo. Il Lucifero intellettuale è lo spirito dell’intelligenza e dell’amore; è il paracleto, è lo Spirito Santo, mentre il Lucifero fisico è il grande agente del magnetismo universale”. Lucifero è la Stella del Mattino, che appare come la più luminosa sia al tramonto che all’alba (morte e resurrezione). Il nome di Satana come sinonimo di Lucifero fa parte dunque della solita disinformazione clericale»[6].

In una “tavola” per la rubrica Esoterismo, il massone A.S. pone in relazione il simbolismo dello specchio con i primi due gradi massonici di Apprendista e Compagno. A.S. accenna addirittura allo specchio di Biancaneve, lasciandosi sfuggire inequivocabili “simpatie” per «Lucifero», il Serpente che indusse Eva a prendere il frutto della Conoscenza del Bene e del Male (neretto nostro):

             «Questo specchio invia alla Regina Nera la sua immagine speculare, Biancaneve, una Regina Bianca con cui non accetta di condividere il potere: è chiara l’opposizione fra plenilunio e novilunio. La vera luce è nel novilunio. Ma chi è che annuncia la luce? E’ la stella di Lucifero, colui che sotto le sembianze di un serpente indica a Eva la mela da cogliere. E come nella fiaba appare una mela stregata. L’antesignana di tutte le mele stregate è la mela di Eva, che come sappiamo dona la conoscenza del Bene e del Male ma anche il sonno e la separazione dall’intelletto senza speculazione, la separazione dell’anima dall’Uno. Ora il cerchio sì chiude con Lucifero portatore di Luce ma anche di Ego, lo specchio portatore di verità, e la mela portatrice di sonno e di parzialità»[7].






[4] A:.Mu:., L’Anima Ribelle della Massoneria, 28-01-2013, in http://www.loggiagiordanobruno.com/tavole-del-capitolo-rsaa-felice-foresti-di-ferrara/lanima-ribelle-della-massoneria, neretto nostro.
[6] Ibidem.
[7] A:. S:., La metafora dello specchio, 17-3-2014, in http://www.loggiagiordanobruno.com/20140318-la-metafora-dello-specchio.html

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