lunedì 26 maggio 2014

Libero pensiero e gnosi in una loggia massonica di Ferrara - parte seconda

Padre M. Siano

“Libero pensiero” e “Gnosi” in una loggia massonica di Ferrara  

 Parte Seconda



3. Morte & Vendetta simbolica o “metaforica”
 Nella “tavola” Il Senso della Vendetta Massonica, ancora il «fr. A.·.Mu.·.30°» (Capitolo “Felice Foresti” – RSAA) si lamenta che i cattolici intendano “alla lettera” le minacce di morte contenute in certi rituali massonici contro i massoni spergiuri e traditori.
A:.Mu:. sostiene che sono solo metafore, simboli, e che semmai è la Chiesa che mandava a morte i massoni (forse il fr. A:.Mu:. avrebbe fatto bene a fornire qualche esempio storico di esecuzione pontificia antimassonica...). A:.Mu:. afferma che in passato (secoli XVIII-XIX) i massoni erano costretti ad agire in grande segretezza perciò i rituali massonici obbligavano gli Iniziati a sottoporsi a pene cruente in caso di svelamento di nomi, riti e altri “segreti”...[1] 
 A:.Mu:. scrive:

«Che nei rituali si introducesse qualche forte richiamo alla segretezza sui lavori di loggia, e soprattutto sull’identità dei propri fratelli e sui luoghi di riunione, pena un’implacabile vendetta in caso di violazione e soprattutto di delazione, non appare quindi poi così strano ed insensato. Ma un conto è leggere tale “vendetta” con una chiave meramente profana, un conto è farlo in chiave esoterica»[2].

            Il “fratello” A:.Mu:. passa con disinvoltura dal piano profano, o “exoterico”, a quello esoterico. In un caso o nell’altro, dal punto di vista cattolico, quelle pene anche se simboliche o metaforiche lasciano perplessi e un buon cattolico non dovrebbe assoggettarsi  (con giuramento o solenne obbligazione/promessa) a cose del genere.

            A:.Mu:. riconosce che il concetto di vendetta è presente nei rituali RSAA (9°, 10°, 30° grado), ma tali rituali insegnerebbero a mitigare, a smussare la vendetta... Un esempio riportato da A:.Mu:. : nella leggenda del 10° grado, agli assassini di Hiram è risparmiata una crudele tortura e, di conseguenza, vengono subito decapitati...[3]
            A:.Mu:. spiega che la vendetta massonica è cruda, fredda:

«Ed ecco che la vendetta si stinge degli aspetti più sanguigni e passionali. La Massoneria la include nel proprio percorso, in difficile equilibrio fra gli scacchi bianchi e quelli neri della vita e della nostra umanità, ma pretende che non sia d’impeto (anche se ammette che possa accadere, come nella vicenda del 9° Grado). Bensì contempli una nostra responsabile presa di coscienza, che ci induca ad assumercene tutte le conseguenze. La vendetta massonica è dunque la classica vendetta “fredda” (basti pensare alla leggenda del Conte di Montecristo raccontata dal massone Dumas; oppure alla leggenda del boia di Parigi che prima di calare la lama della ghigliottina sul collo del Re Luigi XVI, ultimo discendente di Filippo il Bello, gli avrebbe bisbigliato all’orecchio “Sono un Templare, questa è la vendetta del Gran Maestro De Molay”)»[4] (neretto nostro).


A:.Mu:. fa capire che in senso esoterico, la vendetta massonica è necessaria per riparare ed eliminare il Male (da riconoscere e sperimentare, secondo A:.Mu:.) che si è inserito nella Genesi, nella Creazione, in ciascuno di noi...   A:.Mu:. parla de «l’atavica riparazione del Male morale che riconosciamo essere parte di noi, come un difetto della Genesi (il vero senso della parola mancante), ed il tentativo della sua graduale soppressione»[5]... La Libera Muratoria è «arte che consente di replicare (e se possibile rettificare, completando la Grande Opera) la Genesi del Cosmo, o quanto meno del genere umano»[6].

            Così A.Mu. conclude il suo articolo:

«Contrariamente ad altri culti, la Massoneria, che non è una religione, ma un antico deposito di sapienza e tradizione, ammette che nella creazione forse è stato compiuto un errore, forse si è verificato un incidente o vi è ancora qualcosa di incompiuto. E’ un’ipotesi, non un’affermazione. Ed è contro questo destino di incompiutezza, che da secoli e millenni la Massoneria perpetua, o cerca di perpetuare la propria Vendetta. Per scavare oscure prigioni al vizio, e per il bene dell’Umanità. E’ una certezza»[7].

Parole oscure, dal sapore gnostico e magico... Le perplessità di noi profani rimangono. E la Vendetta Massonica fa pensare...

Ci chiediamo se l’autore di quella “tavola” («A:.Mu:.») sia proprio il “fratello” «Andrea Musi 30°» chi si firma apertamente nella “tavola” Sindrome Apocalisse (24-2-2013) dove afferma tra l’altro che «anche e soprattutto» le Logge massoniche possono produrre «eggregoro positivo» (ossia “energie”, “campi energetici”...) con «maggior forza e concentrazione» rispetto a «la preghiera continua delle suorine di clausura e dei monaci in conventi sempre più vuoti»[8]...


            Un altro massone (F. C.) del Capitolo “Felice Foresti” scrive nella “tavola” La Pena di Morte del 10° grado RSAA : «Assistiamo nel rituale del X grado ad un evento di “celebrazione” dell’esecuzione capitale, della morte, nel suo aspetto più teatrale»[9].

F.C. elogia la morte e la pena di morte poiché questa sacralizza la vittima:
            «La vittima, a mezzo della sacralizzazione della sua morte, si trasforma, non è più vittima\condannato, ma diventa totem della morte e del sacrificio più grande, quello della vita: diviene “la vittima sacrificale” per la grande e più potente delle divinità “la morte”. [...] Nel “dare” la morte, l’umanità si riappropria di un evento che “subisce” come condizione dell’esistenza senza possibilità di controllo, come un evento improvviso il più delle volte, ingiusto sempre. E’ alla morte stessa che l’atto di uccidere offre un tributo; nel tributo l’uomo ha la sensazione di comunicare con la morte; il controllo della morte come atto estremo nel tentativo di possederla»[10] (neretto nostro).

Poi, F. C. scrive: « Il rituale della morte in X è un’esecuzione alchemica, una fusione di due elementi, vita e morte [...]»[11].

            F. C. fa capire bene che il Caveliere Eletto dei XV (10° grado RSAA) è chiamato a muoversi tra gli opposti Bene e Male, Luce e Oscurità, Vita e Morte, e a congiungerli...
Cito un altro brano di F.C.  (neretto nostro):
«per capire il male bisogna diventare male, per capire il bene diventare bene, in una continua lotta; come il cavaliere non dobbiamo avere paura. Un ruolo pericoloso dove tutto si mescola nell’indistinto della primordialità: l’esercizio della violenza, il contatto con la morte, la preda e il suo inseguitore. Il Cavaliere dunque accetta la fascinazione dell’oscuro e la persegue senza paura di perdersi»[12].

In un’altra “tavola”, ancora sul “fascino per la Morte, il fr. «A:.Mu:. 30°»  cita alcuni brani del Fr. Antonio Panaino (GOI): «Tutto il nostro percorso massonico, ed i riti che l’accompagnano, rappresentano un lungo viatico per prepararsi ed affrontare la Morte. Per possederla anziché esserne posseduti. Ed in questo percorso non vi è nulla, quasi nulla, che riconduca a riti di fertilità, fecondità, generazione della Vita, propri della dimensione femminile»[13].
Ma A:.Mu:. 30° osserva (neretto nostro):

«Se il fine di tutta la nostra ritualità è l’incontro con la Morte, è appena il caso di notare che si tratterebbe di un incontro con una figura declinata al femminile. Una figura che non sarebbe altro che l’immagine speculare della Vita. Praticamente lo stesso principio, la stessa attrice, nell’interminabile successione di Vita e di Morte del genere umano e di tutta la Natura che lo circonda»[14].

Dunque, per A:.Mu:. 30°, Vita e Morte sono due aspetti di un unico Principio...



            4. Elogio a: iniziazione & massoneria femminile, Wicca & magia
            Nella medesima “tavola” sopracitata, al massone A:.Mu:. 30° dispiace che la Massoneria anglosassone “regolare” vieti l’iniziazione alle donne. In compenso, nota l’autore, ci sono vari gruppi massonici “misti” o prettamente femminili sebbene non riconosciuti come “regolari”. Come altro esempio di iniziazione e iniziabilità femminile, A:.M:. 30° cita la Wicca, un movimento di stregoneria aperto a uomini e donne, che pratica magia e riti sessuali («una vera e propria unione sessuale»).
A:.Mu:. 30° afferma che nelle logge massoniche trovano rifugio le idee sconfitte e perseguitate, tra cui l’«antica magia medievale»[15] perseguitata dalla Chiesa. 
A:.Mu:. scrive:
            «Nelle logge risiede infatti ancora l’antica sapienza e la magia del mondo di Merlino e di Camelot. Le stesse cui si rifà la Wicca»[16]

Poi A:.Mu:. 30° narra a questo proposito la scena del film Excalibur (1981) in cui Morgana cerca di ottenere da mago Merlino i segreti della magia. Merlino la invita a darsi pace perché ormai la religione cristiana è vincente:
            «Mentre avviene questo dialogo alle loro spalle scorre una processione cristiana, è la nuova religione che sta cancellando quella antica. Merlino lo sa, ed invita Morgana a darsi pace. Non è più il tempo del Drago. Non è più il tempo dell’antica magia. L’apprendista non desiste e con uno stratagemma estorce al mago la formula per richiamare il Drago. Ma come aveva predetto Merlino la formula non funziona più. A Morgana rimane l’effimero potere di “mascherare” la propria vecchiaia. La magia più superficiale. Merlino invece sprofonda in un’antica grotta (una loggia?), ibernato in una grande stalagmite di ghiaccio, in compagnia del Drago, in attesa che il mondo abbia ancora bisogno e possa ancora credere nella sua magia. Magia che senza la Grotta, senza la Massoneria, sarebbe andata completamente perduta. Anche l’iniziazione femminile non è perduta. Forse è racchiusa anch’essa nelle nostre “interiora terrae”. In attesa che un Drago la risvegli»[17] (neretto nostro).
           
Dunque A:.Mu:. 30°, Cavaliere Kadosch, elogia la Wicca, l’antica magia medievale e il Drago.

I Fratelli della Loggia “Giordano Bruno”, sanno bene che il loro “patrono” aveva una visione «panteistica» di Dio ed era un «mago» da come si evince anche da una loro “tavola” di Loggia (Giordano Bruno il mago). Il massone D.Z. scrive: «il Mago in Giordano Bruno, assurge alla massima dignità nella capacità di cogliere l’infinito ed è tanto divino da non avere bisogno dell’ascesa, poiché la sua mente preparata rifletterà in sé stessa il mondo e ne acquisterà i poteri»[18].



5. Apologia (tra libero pensiero & gnosi) di omosessualità & omosessuali
L’8 maggio 2011, sul website della “Giordano Bruno”, viene inserita una “tavola” del “fratello” A:.Mu:. scritta nell’ottobre 2007. In quel testo A:.Mu:. auspica che la Massoneria accolga gli omosessuali osservando che ci sono omosessuali tra grandi Iniziati massoni... Poi, immancabile, c’è il rimprovero di A:.Mu:. contro il Cristianesimo e la Chiesa Cattolica.
A:.Mu:. scrive infatti (neretto nostro):
«I rapporti omosessuali sono tuttora condannati da cattolici, ortodossi, ebrei, mussulmani, buddisti e dai protestanti, ad eccezione dei battisti e dei calvinisti. I politeismi, invece, da sempre hanno avuto atteggiamenti più tolleranti nei confronti dei diversi  orientamenti sessuali. Diffusa nei popoli celti, e in oriente, l’omosessualità, nel pantheon classico, aveva uno spazio di tutto rispetto. A tutti sono noti gli amori omosessuali di Zeus e Ganimede [ndr: A:.Mu:. non precisa che il conseziente Ganimede della leggenda greca è un adolescente... Insomma, Zeus, “capo” degli dèi dell’antica Grecia, era pederasta o pedofilo...], Dioniso ed Adone, Poseidone e Penelope, Apollo e Ciparisso, di Eracle e Giasone e molti altri, ma non bisogna scordare nemmeno i rituali orgiastici in onore di Demetra, Dionisio e Priapo. Spesso nelle civiltà influenzate dallo sciamanesimo l’androgenia è una caratteristica sacra. Nella cattolicissima Europa, al contrario, lo zelo nel reprimere ogni deviazione dalla rigida ortodossia, si può comprendere solo sul piano della pura preservazione del potere, e del più rigido controllo delle masse. In realtà in nessun brano del Vecchio e del Nuovo Testamento vi è un esplicito riferimento ed una esplicita condanna dell’omosessualità [ndr: anche qui, A:.Mu:. si sbaglia]»[19].
Dovrebbe esser chiaro che la tolleranza del massone A:.Mu:. verso omosessualità & omosessuali, sodomia & sodomiti, è in realtà un’apologia fondata su “libero pensiero” (razionalismo) & gnosi.
Non dispiaccia ai “fratelli” ferraresi se osserviamo che le loro stesse “tavole” confermano, specularmente, il giudizio immutato della Chiesa sulla Massoneria. Di recente persino un Maestro Massone, membro di un’importante Gran Loggia estera, ha ammesso l’incompatibilità di principii tra Massoneria e Chiesa, pur auspicando una sorta di “collaborazione” pratica sul terreno filantropico e umanitario. Ma questa è un’altra storia.





[2] Ibidem. 
[3] Cf. ibidem.
[4] Ibidem.
[5] Ibidem.
[6] Ibidem.
[7] Ibidem.
[10] Ibidem.
[11] Ibidem.
[12] Ibidem.
[14] Ibidem.
[15] Ibidem.
[16] Ibidem.
[17] Ibidem.
[19] A:. Mu:., Chi osa battere alla porta del Tempio?, 08-05-2011, in http://www.loggiagiordanobruno.com/20110508-chi-osa-battere-alla-porta-del-tempio.html

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